Piazza Affari annaspa: stacco cedola zavorra Bca Mediolanum e Intesa, rumor scaldano Banco BPM
Incipit della settimana opaco per Piazza Affari complice l’effetto cedole e la debole lettura del PIL cinese. L’indice Ftse Mib ha chiuso le contrattazioni in calo dello 0,83% a quota 26.268,62 punti. A frenare i mercati, oltre al ritorno dei timori legati all’inflazione con rendimenti dei titoli di Stato nuovamente in salita, sono stati i deboli riscontri arrivati dalla Cina con PIL salito del 4,9% su base annua nel 3° trimestre, meno della crescita pari a +5,2% attesa dagli analisti. Su base trimestrale, il Pil della Cina è avanzato dello 0,2%, meno del +0,5% stimato dal consensus e contro il precedente aumento dell’1,3%.
A Milano oggi l’effetto stacco cedola ha pesato per lo 0,59% sull’intero indice Ftse Mib. A remunerare i soci sono state Intesa Sanpaolo (0,0996 euro per azione), Generali (0,46 euro per azione), Banca Mediolanum (0,75333 euro) e Unipol (0,28 euro per azione).
Intesa Sanpaolo ha chiuso in affanno a -3,2% in area 2,49 euro ritracciando dai massimi annui toccati venerdì. Peggio hanno fatto Banca Mediolanum (-7,4%) e Unipol (-4,7%) sempre per l’effetto stacco cedola.
Tra i segni più spicca invece ENI (+0,23% a 12,236 euro) che aggiorna i massimi a 20 mesi con il petrolio che si mantiene sui massimi. Bene Banco BPM (+2,18%) tra le banche grazie alle ultime indiscrezioni riportate dall’inserto Affari & Finanza che indica il desiderio di UniCredit di continuare a fare shopping di asset bancari con la strada verso Banco BPM che potrebbe riaprirsi. In rialzo anche Bper (+1,58%), mentre ha ceduto l’1% circa Unicredit.
Mele anche oggi Telecom Italia (-0,92% a 0,3338 euro) che non ha trovato sostegno nelle parole di Luigi Gubitosi. Il ceo della maggiore tlc italiana ritiene che le azioni sono sottovalutate tenendo conto della valutazione dell’azienda come somma delle parti.