S&P: la crescita dei mercati degli emergenti sta rallentando
Con poche eccezioni, la crescita del PIL delle principali economie dei mercati emergenti (EM) è rallentata nel secondo trimestre, poiché la ripresa post-pandemia è rallentata nella maggior parte dei Paesi emergenti. S&P Global Ratings prevede che questa tendenza continuerà a causa delle pressioni inflazionistiche sui redditi reali delle famiglie e del peggioramento dello scenario esterno. S&P prevede anche ulteriori rischi di crescita al ribasso, soprattutto nell’area EM EMEA, che è soggetta al rischio di interruzioni dell’approvvigionamento di materie prime e alla recessione economica in Europa occidentale.
S&P rileva una certa attenuazione dell’inflazione complessiva in diversi Paesi emergenti; tuttavia, la core inflation sta aumentando, indicando una possibile persistenza dell’attuale scenario dei prezzi. I prezzi delle materie prime sono in gran parte diminuiti, ma rimangono ancora a livelli elevati.
Anche le pressioni sulla catena di approvvigionamento si sono in parte attenuate, ma le implicazioni della politica di zero-Covid in Cina metteranno probabilmente a rischio le catene di approvvigionamento globali nel prossimo futuro. Gli attuali sviluppi esterni e dei prezzi stanno spingendo le banche centrali ad aumentare i tassi d’interesse e, ad eccezione di alcune economie, S&P prevede che la stretta monetaria nei Paesi emergenti continui.
Le condizioni di finanziamento rimangono difficili ed S&P prevede che gli EM continueranno ad affrontare un contesto difficile nel futuro più prossimo. Anche se gli spread degli EM si sono leggermente attenuati in agosto, i rendimenti hanno ripreso a salire a causa delle dichiarazioni più sfavorevoli da parte della Federal Reserve statunitense. La sua posizione restrittiva e il conseguente rafforzamento del dollaro americano continueranno a rappresentare un ostacolo per gli EM, poiché circa l’80% del loro debito societario in scadenza fino al 2023 è in dollari.