Piazza Affari tiene nonostante tonfo di ieri di Wall Street, bene banche e Stellantis
Moderato rialzo per Piazza Affari in avvio. L’indice Ftse Mib segna un rialzo dello 0,08% a quota 22.320 punti. A Piazza Affari in prima fila Ferrari (+1,49%) che ieri ha presentata ufficialmente la nuova Purosangue (prima vettura a 4 porte e 4 posti) con consegne a partire dal secondo trimestre 2023 in Europa e 3Q23 negli Stati Uniti. Secondo fonti di stampa gli ordini potrebbero raggiungere 6mila unità e secondo Automotive News alla luce dei preordini Ferrari potrebbe considerare di chiudere la raccolta.
Bene anche le banche con +1,5% per Bper e Banco BPM. In rialzo anche Stellantis (+0,65%) che ha comprato il 2,2% di azioni proprie rinvenienti dall’esercizio dei warrants detenuti da GM. Bene anche Diasorin (+0,49% a 134 euro ) che ha ricevuto l’autorizzazione 510(k) da parte dell’FDA statunitense per il test Simplexa COVID-19 Direct, una soluzione sample-to-answer per il rilevamento del SARSCoV-2, il virus che causa il COVID-19.
In generale i mercati sono reduci da un martedì shock. I dati sull’inflazione statunitense, che ad agosto è stata superiore alle attese soprattutto nella componente core, hanno fatto scattare un violento sell-off. “L’impennata dell’inflazione core, che elimina i prezzi di generi alimentari ed energetici, è stata la ragione principale della reazione in preda al panico del mercato azionario, a dimostrazione del fatto che gli aumenti dei prezzi non sono più guidati dalle componenti più volatili”, argomentano stamattina gli esperti di IG. Adesso il mercato è tornato a prezzare completamente un aumento di 75 punti base alla riunione della Fed la prossima settimana e c’è chi si spinge a prevedere che il FOMC possa anche raggiungere un intero punto percentuale di rialzo dei tassi.
Ieri Wall Street ha messo a segno il peggior calo giornaliero da giugno 2020 con il Dow Jones che ha subito una perdita di oltre 1.000 punti e Nasdaq scivolato indietro del 5%. Stamattina in Asia il Nikkei, l’Hang Seng e l’ASX 200 hanno perso più del 2% mentre sul valutario torna prepotente la forza del dollaro Usa.