Procter&Gamble: bilancio III trimestre batte le attese, ma il colosso conferma impatto inflazione
Procter&Gamble, la multinazionale americana di prodotti di largo consumo, ha annunciato di aver concluso il suo primo trimestre fiscale – terzo trimestre dell’anno – con un utile netto di $4,11 miliardi, o $1,61 per azione, in calo dai $4,28 miliardi, o $1,63 per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. L’eps è stato migliore degli $1,59 attesi dal consensus. Il fatturato, su base netta, è avanzato del 5% a $20,34 miliardi, meglio dei $19,91 miliardi.
La crescita è stata nel trimestre del 4% a livello organico, detraendo dunque dal giro d’affari l’impatto delle acquisizioni, dei disinvestimenti e dei rapporti di cambio.
Il risultato positivo del bilancio di P&G si spiega con il fatto che il gigante ha compensato l’aumento dei costi con il rialzo dei prezzi dei suoi prodotti. A dispetto dei costi più alti, Procter&Gamble ha reiterato inoltre il precedente outlook sugli utili e sul fatturato dell’anno intero.
P&G prevede una crescita delle vendite tra il 2% e il 4% su base annua, e un eps core in rialzo tra il 3% e il 6%. Detto questo, P&G ha detto di credere anche che i costi delle commodities al netto delle tasse si attesteranno a $2,1 miliardi, a fronte del costo del trasporto delle merci, che sarà pari ai $200 milioni. I costi, ha precisato il gruppo, peseranno sui risultati dell’anno fiscale 2022. Il trimestre scorso, la società aveva previsto che i costi delle materie prime e dei trasporti delle merci avrebbero colpito gli utili in misura minore, per un valore di $1,9 miliardi.
Dal gigante americano è arrivata dunque la conferma della decisione delle aziende di trasferire l’aumento dei costi sui prezzi, e il direttore finanziario Andre Schulten ha riferito al Wall Street Journal l’intenzione del colosso di alzare i prezzi su un numero superiore di prodotti per riuscire a gestire l’inflazione.