Crisi gas: con stop Nord Stream aumentano pressioni sulle utility in Europa
La crisi energetica che sta investendo l’Europa in primis a causa della guerra in Ucraina mossa dalla Russia non accenna a placarsi. Anzi le prospettive non sono neanche rosee e nonostante un intervento governativo senza precedenti sui mercati e su specifiche utility, l’inevitabile ridisegno del mercato del gas e dell’energia elettrica sarà complesso e comporterà molti rischi per le utility nel corso del prossimo inverno.
La view di S&P sulla crisi energetica in corso
Così un nuovo report di S&P Global Ratings che analizza gli impatti della chiusura del gasdotto Nord Stream 1 sulle utility europee e da cui emergeche lLa chiusura a tempo indeterminato del gasdotto Nord Stream 1 si aggiunge alle pressioni esistenti sui prezzi del gas e dell’energia elettrica in Europa e mette in evidenza la questione, già molto sentita, di chi si farà carico dell’enorme onere finanziario che ne deriverà.
Dopo un’estate torrida, le aziende europee del gas e dell’energia elettrica si trovano ora ad affrontare un inverno ancora più rigido a seguito della chiusura da parte di Gazprom della sua unica via di approvvigionamento verso la Germania. “Sebbene questo riduca le forniture invernali dell’Europa solo di circa il 2% rispetto al livello dei flussi di agosto, tutte le riduzioni marginali pesano in modo esponenziale sui prezzi di mercato, come hanno confermato gli aumenti a due cifre di lunedì”, ha dichiarato Dubois-Pelerin, responsabile del settore delle utility EMEA di S&P Global Ratings.
“Le pressioni sull’offerta e la spinta dei governi a stoccare il gas “a qualsiasi costo” per aumentare la sicurezza delle forniture nonostante l’interruzione del gas russo non sono gli unici fattori che, secondo le nostre previsioni, continueranno a sostenere i prezzi molto alti del gas e dell’energia elettrica nei prossimi mesi” continuano gli analisti. “A ciò si aggiungono la scarsa disponibilità di energia idroelettrica nell’Europa meridionale, la bassa produzione nucleare francese, la lenta ripresa della produzione a carbone e la lentezza nel moderare i consumi residenziali e commerciali. Con opzioni di approvvigionamento limitate, il ripristino dell’equilibrio energetico europeo dipende ora dalla riduzione della domanda in linea con l’obiettivo del 15% fissato dall’UE per l’inverno”. “Nonostante l’intervento senza precedenti dei governi sui mercati e su specifiche utility, l’inevitabile ridisegno del mercato del gas sarà complesso e comporterà molti rischi per le utility valutate quest’inverno. Le tasse inattese potrebbero anche intaccare l’aumento degli utili per la produzione di energia elettrica a costi fissi e senza copertura”, ha aggiunto Dubois-Pelerin.