Wall Street in rialzo aspettando Netflix, parte sul Nyse il trading del primo ETF sul Bitcoin
Wall Street in rialzo, con il Dow Jones che sale di oltre 110 punti (+0,32%), a 35.378 punti; il Nasdaq che avanza dello 0,36% a 15.076 punti e lo S&P 500 che fa +0,46% riconquistando e superando la soglia di 4.500 punti.
Massima attenzione oggi non solo alle trimestrali già annunciate e in arrivo – come quella di Netflix, dopo la chiusura delle contrattazioni – ma anche allo sbarco sul Nyse del primo ETF sul Bitcoin, il ProShares Bitcoin Strategy ETF, con ticker ‘BITO’.
A partire da oggi, ProShares ETF offrirà agli investitori una esposizione ai contratti futures sul Bitcoin, ovvero a quei contratti che conferiscono al detentore la possibilità di acquistare o vendere l’asset in una data futura a prezzo stabilito, piuttosto che un’esposizione diretta alla criptovaluta numero uno al mondo. Si tratta tuttavia per il cripto-universo di una pietra miliare. L’ETF entra nelle contrattazioni mettendo a segno un rialzo del 3%. Guadagnano anche le cripto-stocks, come Coinbase, e guadagna ovviamente il diretto interessato, ovvero il Bitcoin, che oscilla attorno a $62.864, ormai vicino al record di sempre testato il 14 aprile scorso a $64.899.
Focus sulle trimestrali che sono state diramate prima dell’inizio della sessione da Johnson&Johnson e Procter&Gamble.
Johnson&Johnson ha comunicato di aver concluso il terzo trimestre del 2021 con utili migliori delle attese, migliorando anche l’outlook per l’intero anno. Il colosso farmaceutico americano ha reso noto inoltre di aver venduto nel terzo trimestre $502 milioni di vaccini anti-Covid-19. Mantenuto invariato a $2,5 miliardi il target sulla vendita dei vaccini anti-Covid relativa all’intero 2021. Il titolo sale di oltre il 2%.
Procter&Gamble, la multinazionale americana di prodotti di largo consumo, ha annunciato di aver concluso il suo primo trimestre fiscale – terzo trimestre dell’anno – con un utile netto di $4,11 miliardi, o $1,61 per azione, in calo dai $4,28 miliardi, o $1,63 per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. L’eps è stato migliore degli $1,59 attesi dal consensus. Il fatturato, su base netta, è avanzato del 5% a $20,34 miliardi, meglio dei $19,91 miliardi previsti.
Il risultato positivo del bilancio di P&G si spiega con il fatto che il gigante ha compensato l’aumento dei costi con il rialzo dei prezzi dei suoi prodotti. A dispetto dei costi più alti, Procter&Gamble ha reiterato inoltre il precedente outlook sugli utili e sul fatturato dell’anno intero.
Dal gigante americano è arrivata dunque la conferma della decisione delle aziende di trasferire l’aumento dei costi sui prezzi, e il direttore finanziario Andre Schulten ha riferito al Wall Street Journal l’intenzione del colosso di alzare i prezzi su un numero superiore di prodotti per riuscire a gestire l’inflazione e, nel suo caso specifico, l’aumento dei costi delle commodities e del trasporto merci. Le quotazioni perdono l’1,8% circa.
Il titolo Fifth Third Bancorp vira in rosso, nonostante la holding finanziaria abbia annunciato un eps e un fatturato migliori delle stime.
Nella sessione di ieri lo S&P 500 è salito dello 0,34%, mentre il Nasdaq ha fatto decisamente meglio (+0,84%) grazie ai rialzi di Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Alphabet, la holding di cui parte Google.
Il Dow Jones ha ceduto 36 punti, zavorrato in particolare dal calo pari a -3% di Disney. I titoli FAANG salgono anche oggi, a eccezione di Amazon, in lieve ribasso e di Netflix.
Grande attesa a Wall Street per i risultati di bilancio di Netflix, che potrebbero dare una direzione al comparto delle Big Tech: tre mesi fa, il gigante dello streaming aveva previsto che, nel terzo trimestre dell’anno, avrebbe aumentato il numero degli abbonati, su base netta, di 3,5 milioni, meno della crescita di 3,84 milioni di utenti attesa dal consensus di StreetAccount.
Gli analisti hanno anche sfornato la guidance per il quarto trimestre, per cui si prevede un aumento degli abbonati di Netflix di 8,5 milioni, al record dal primo trimestre del 2019.
Finora, hanno riportato i loro risultati di bilancio 41 società componenti dello S&P 500: di queste, l’80% ha battuto le stime sull’eps, stando ai dati raccolti da FactSet.
Sempre secondo FactSet, considerando le società che hanno già diffuso le trimestrali e le stime sull’utile per azione di quelle che non lo hanno ancora fatto, la crescita degli utili relativa al terzo trimestre dell’anno sarà pari a +30%, la terza crescita, su base trimestrale, più alta dal 2010 per le società quotate sul listino benchmark.