Banca MPS: rumors di divergenze sull’aumento di capitale affondano il titolo
Anche la seduta odierna non sta riservando nulla di buono per Banca Monte Paschi che, dopo l’affondo di ieri, continua a essere colpita dai sell. Il titolo ha avviato la settimana con un crollo di quasi cinque punti percentuali e oggi resta stretto nella morsa dei ribassisti. Al momento della redazione di questo articolo perde il 5,41% nella seduta odierna, toccando un minimo storico intraday a 0,285 euro, con una capitalizzazione di mercato di 287 milioni di euro.
Banca Monte Paschi già ieri era sotto i riflettori di Piazza Affari dopo aver reso noto che la BCE ha approvato l’operazione di rafforzamento patrimoniale che verrà sottoposta all’assemblea del 15 settembre. Tuttavia, alcune indiscrezioni di stampa segnalano alcune difficoltà per l’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro.
In un articolo de Il Messaggero si legge che, nel corso di interlocuzioni tenute tra il CEO di Banca Monte Paschi, Luigi Lovaglio, e le banche del consorzio di garanzia, sarebbero emerse divergenze in merito alle modalità e ai tempi dell’aumento di capitale, con il consorzio che spingerebbe per un rinvio al prossimo anno.
Secondo l’articolo Lovaglio sarebbe invece contrario a far slittare l’operazione, confidando nella possibilità di attrarre investitori malgrado la situazione critica dell’istituto senese, anche coinvolgendo gli anchor investor, con AXA e Anima che potrebbero sottoscrivere una quota del 10% ciascuna investendo 250 milioni di euro.
A tal proposito si segnala che, secondo quanto riportato da alcune fonti, non è stato ancora aperto il tavolo tra Anima e Banca Monte Paschi per discutere dell’aumento di capitale. Anima sarebbe in ogni caso disponibile a partecipare alla ricapitalizzazione della banca di Palazzo Salimbeni, ma non come anchor investor.
Si ricorda che la volontà di eseguire in questa fase l’aumento di capitale è legata alla scadenza del Fondo di solidarietà il 12 novembre, necessario per spesare il piano di uscite volontarie previsto dal business plan di Banca Monte Paschi, con un costo stimato di circa 800 milioni di euro.
Sulla base delle stime degli analisti di Equita SIM, considerando anche il previsto aumento delle attività ponderate per il rischio, senza aumento di capitale Banca Monte Paschi non riuscirebbe più a rispettare il requisito minimo patrimoniale a livello di Tier1.
Per Anima Holding, invece, gli esperti di Equita SIM ritengono che un eventuale coinvolgimento nell’aumento di capitale sia strettamente legato ad un rafforzamento della partnership, che può tradursi, ad esempio, in un’estensione della durata, in un rafforzamento delle garanzie, ecc… Ciò rafforzerebbe il posizionamento di Anima Holding in ottica di consolidamento del settore bancario.