La Bce sorprende con la mossa hawkish sui tassi. Sì allo scudo anti-spread TPI, ma nessun salva Italia ad hoc
Nel giorno delle dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, in un’Italia scossa dalla crisi di governo, la Bce di Christine Lagarde ha annunciato il tanto atteso scudo anti-frammentazione dell’area euro, noto in Italia come scudo anti-spread o salva BTP, battezzato dall’Eurotower TPI (strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, ovvero Transmission Protection Instrument, TPI). Con il disgregarsi del governo Draghi – considerato di per sé garanzia contro le speculazioni dei mercati e massima espressione del #WhateverItTakes necessario all’Italia, negligente sulle riforme da troppi anni – la Bce non ha sfornato uno scudo ad hoc per l’Italia, che si è tirata la zappa sui piedi da sola. E non ha sfornato neanche uno strumento ad hoc per i paesi indebitati dell’Europa del Sud.
La Bce ha lanciato piuttosto uno strumento per tutti i paesi membri dell’area euro: “Tutti i paesi dell’area euro potranno accedere allo strumento di protezione della trasmissione della politica monetaria”, ha annunciato Christine Lagarde, numero uno della Bce, nella conferenza stampa successiva all’annuncio della banca centrale europea, arrivato nel bel mezzo dell’ennesima crisi di governo esplosa in Italia.
I tassi di interesse dell’area euro sono stati alzati oggi dalla Bce per la prima volta in 11 anni, con una stretta di ben 50 punti base: la stretta monetaria è stata dunque il doppio rispetto a quanto era stato anticipato dalla stessa Bce il mese scorso. Il motivo della mossa più hawkish è stato illustrato dalla stessa presidente Lagarde, ed è doppio: da un lato, i rischi al rialzo sull’inflazione, che si sono fatti più alti; dall’altro lato, la necessità di assicurare la trasmissione della politica monetaria nei paesi dell’Eurozona. Cosa succederà a settembre è scritto nero su bianco nel comunicato della Bce:
“Nelle prossime riunioni del Consiglio direttivo sarà opportuna un’ulteriore normalizzazione dei tassi di interesse. Anticipare a oggi l’uscita dai tassi di interesse negativi consente al Consiglio direttivo di passare a un approccio in cui le decisioni sui tassi vengono prese volta per volta. L’evoluzione futura dei tassi di riferimento definita dal Consiglio direttivo continuerà a essere guidata dai dati e contribuirà al conseguimento dell’obiettivo di inflazione del 2% a medio termine”.
Sia lo scudo anti-spread TPI che il rialzo dei tassi , ha precisato Lagarde, sono stati approvati all’unanimità.
Sul fronte tassi, così, in un commento ben dettagliato, Carsten Brzeski, responsabile Macro globale di Ing:
“‘L’aumento, così come potenziali ulteriori aumenti, sono tutti volti a ridurre le aspettative di inflazione e a ripristinare la reputazione e la credibilità danneggiate della Bce nella lotta all’inflazione. La decisione odierna mostra che la BCE è più preoccupata di questa credibilità che della necessità di essere prevedibile”.
In questo modo, con un rialzo dei tassi più aggressivo delle attese, la Bce ha chiuso la porta all’era dei tassi negativi. Lagarde & Co hanno deciso di agire dunque con maggiore determinazione, contro un’inflazione da guerra che, nell’area euro, è balzata il mese scorso al ritmo annuale dell’8,6%, più del quadruplo rispetto al target dell’inflazione della Bce, pari al 2%.
Nel giorno tra i più traumatici della storia italiana, la Bce ha fatto quanto aveva promesso già il mese scorso: ha sfornato lo scudo anti-spread TPI.
Tuttavia, nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio delle nuove misure firmate dalla banca centrale europea, Lagarde ha fatto capire che il TPI non sarà certo quella manna dal cielo che l’Italia e altri paesi con un elevato rapporto debito-Pil dell’Eurozona sono stati abituati a ricevere. Niente pasto gratis, insomma. Niente pasto gratis tanto meno a favore dell’Italia, che ha avuto l’ardire di sconfessare il governo Draghi. L’attivazione del TPI sarà a discrezione del Consiglio direttivo della Bce in quanto, come ha detto Lagarde, “Non saremo ostaggio di nessuno”.
Inoltre, se è vero che non saranno posti limiti ex ante alla sua dimensione e dunque alla sua eventuale potenza di fuoco, è altrettanto vero che, per la sua attivazione, sarà necessario che il paese che voglia farne accesso soddisfi quattro parametri ben precisi:
- il rispetto delle regole fiscali dell’Unione europea.
- L’assenza di gravi squilibri macroeconomici
- La sostenibilità fiscale, dunque sostenibilità della traiettoria del debito
- La presenza di politiche macroeconomiche solide e sostenibili
La Bce ha fatto capire tra l’altro che chi dovesse richiedere l’attivazione del #TPI, potrebbe incorrere anche in uno stigma, visto che “il Consiglio direttivo preferirebbe non utilizzare (lo strumento #TPI), ma non esiterà a utilizzarlo in caso di bisogno”.
Nel comunicato della Bce si legge che:
“Il Consiglio direttivo ha ritenuto necessaria l’istituzione del TPI al fine di sostenere l’efficace trasmissione della politica monetaria. In particolare, mentre il Consiglio direttivo prosegue nel percorso di normalizzazione, il TPI assicurerà che l’orientamento di politica monetaria sia trasmesso in modo ordinato in tutti i paesi dell’area dell’euro. L’unicità della politica monetaria del Consiglio direttivo è un presupposto affinché la BCE possa adempiere il mandato di mantenere la stabilità dei prezzi. Il TPI rappresenta un ulteriore strumento a disposizione del Consiglio direttivo attivabile per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettono seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutta l’area dell’euro. La portata degli acquisti del TPI dipenderà dalla gravità dei rischi per la trasmissione della politica monetaria. Gli acquisti non sono soggetti a restrizioni ex ante. Salvaguardando il meccanismo di trasmissione, il TPI consentirà al Consiglio direttivo di assolvere più efficacemente il mandato di preservare la stabilità dei prezzi”.
“In ogni caso – ha precisato ancora la Bce – la flessibilità nel reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) rimane la prima linea di difesa al fine di contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione connessi alla pandemia”.
Alle 15.45, sul sito della Bce, è stato diramato un comunicato separato dedicato ai dettagli del TPI
Così ha commentato il BCE Day Manuel Pozzi, Direttore investimenti di M&G Investments:
“La riunione della Bce si inserisce in un contesto decisamente complesso, con l’inflazione che pare fuori controllo e imprevedibile nel suo trend, la guerra in Ucraina che continua ed è alle porte dell’Europa, le persistenti difficoltà, se non parliamo addirittura di guerra, sul lato degli approvvigionamenti di gas dalla Russia, così come dei problemi logistici legati alle catene di fornitura più in generale, che riguardano quasi tutte le categorie merceologiche, e l’impatto del Covid. Come se non bastasse, a questo si aggiunge la crisi politica italiana conclamata ieri ma anche quella nel Regno Unito, in cui il partito conservatore sta cercando un nuovo leader, e una minore governabilità in Francia dopo il risultato delle recenti elezioni. Tutto questo ha significato alta imprevedibilità per i tassi d’interesse. Pensiamo che, solo a giugno, il Bund tedesco ha raggiunto l’1,8%, un livello in ogni caso ancora basso rispetto alle attese di inflazione”.
Pozzi ha continuato, affermando che “la Presidente Lagarde è arrivata alla decisione del rialzo da 50 bps invece che di 25bps sulla base del fatto che recentemente si sono concretizzati importanti aumenti dei prezzi che in precedenza erano solo potenziali rischi, come ad esempio dei cospicui aumenti salariali. Si parla ora di normalizzazione della politica monetaria e la BCE è intenzionata a seguire questa strada d’ora in poi. Tuttavia, sarà sempre possibile un cambio di velocità, uno stop, un cambiamento di rotta ma soltanto se sostenuti da valide ragioni. La Presidente ha affermato anche che da settembre tutte le decisioni della banca centrale saranno fondate sui dati. L’introduzione all’unanimità di un ulteriore strumento di politica monetaria per tentare di contenere la speculazione e i rialzi eccessivi degli spread, il TPI, che nelle parole della Lagarde potrebbe diventare molto ampio se le circostanze lo richiedessero, è un’ottima notizia nel breve periodo”.
In sostanza, “nel complesso la BCE deve quindi tener conto di molta incertezza e imprevedibilità. Di conseguenza, le parole d’ordine per i risparmiatori saranno cautela, diversificazione (tra tasso fisso e tasso variabile, qualità e sostenibilità dei titoli, approccio value) e progressività nel portare avanti i propri piani di investimento. Dobbiamo sempre ricordare che è proprio in queste fasi di mercato che si creano opportunità, e abbiamo già iniziato a vederne qualcuna su mercati azionari e del credito selezionati”.
Ha commentato la duplice mossa della Bce – rialzo tassi e annuncio scudo TPI – anche Morgane Delledonne, Head of Investment Strategy Europa di Global X:
“La BCE ha sorpreso tutti con una mossa da falco, aumentando i tassi di riferimento di 50 punti base; subito dopo l’annuncio, l’euro è salito dello 0,53% rispetto al dollaro americano. Una decisione del genere non era nelle attese della vigilia, viste le turbolenze politiche in Italia, l’allargarsi degli spread delle obbligazioni core rispetto a quelle periferiche e il calo del sentiment delle imprese in tutta l’Eurozona, soprattutto in Germania. Con questa mossa aggressiva, la banca centrale sembra quasi aver voluto cogliere l’ultima opportunità di aumentare i tassi di interesse prima che la regione cada in recessione in autunno. In tutta Europa, l’inflazione sostenuta inizia a creare instabilità politica, come stiamo vedendo in Italia. È un momento molto complesso per la BCE, che ovviamente fa di tutto per combattere l’inflazione e tenere sotto controllo le aspettative del mercato in merito, anche a rischio di dare il via a una recessione”.