Crisi di governo: la speranza di un Draghi bis. Scudo Bce salva BTP più urgente: che farà Lagarde?
Crisi di governo: Giuseppe Conte apre una grande crepa nella maggioranza, non partecipando al voto al Senato sul decreto aiuti, risultando assente alla prima e alla seconda chiama; il presidente del Consiglio Mario Draghi ne prende atto, annunciando le dimissioni e salendo al Colle; ma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella le rifiuta, invitando Draghi a presentarsi alle Camere il prossimo mercoledì, 20 luglio.
Si insinua sui mercati la speranza di un Draghi bis, magari anche senza il M5S: d’altronde ieri, nel giovedì nero della politica italiana, l’aula del Senato ha trovato i numeri, confermando la fiducia al governo posta sul Dl Aiuti con 172 sì e 39 no. Arriva nello scompiglio generale l’alert degli analisti di Citi che temono un allargamento ulteriore dello spread BTP-Bund, sottolineando che, con la crisi che si è aperta in Italia, lo scudo anti-spread è diventato più urgente.
Niente da fare: la verità, volente o nolente, è che Mario Draghi il mercato lo FA .
La speranza che si ricuci lo strappo ha tuttavia la meglio nella giornata di oggi: oltre al ridimensionamento dello spread e dei tassi dei BTP, a Piazza Affari l’indice Ftse Mib accelera al rialzo dopo un avvio all’insegna della debolezza. Dal fronte macro dell’Italia, le notizie non sono affatto confortanti:
in Italia l’inflazione è balzata al massimo dal gennaio del 1986, schizzando per le fasce meno abbienti della popolazione fino al +9,8% nel secondo trimestre, rispetto al +6,1% delle famiglie abbienti. E intanto le polemiche infuriano, che si tratti del fronte pro-Draghi o anti-Draghi.
L’Italia stufa l’Europa: con disastro Conte rischio scudo anti-spread
E chi crede che le polemiche per l’ennesimo teatrino del made in Italy siano confinate in Italia, si sbaglia. Occhio a quanto scrive Stefan Gerlach dall’account di Twitter @HmsGerlach, capo economista di EFG Bank, ex vice governatore della banca centrale dell’Irlanda, commentando il post di Frederik Ducrozet, che ha fatto notare come lo spread BTP-Bund a 10 anni si sia allargato di 7 punti base stamattina, a fronte dello spread a due anni che è volato invece di ben 45 punti base al valore record dal maggio del 2020.
Così Ducrozet:
“E’ possibile che la trasmissione della politica monetaria sia a rischio, ma la Bce dovrebbe intervenire solo in caso di un irrigidimento delle condizioni monetarie ‘non giustificata’, e non a causa dell’incertezza politica”. L’economista Gerlach risponde: ‘Infatti. Anzi, per niente. Non tocca alla Bce salvare l’Italia dai politici italiani”.
E gli economisti di Citi sono d’accordo, anche se invocano l’urgenza dello scudo anti-spread promesso dalla Bce di Lagarde:
“Lo scudo anti-spread non è stato mai concepito per impedire l’allargamento dello spread provocato da un rischio idiosincratico di un paese (al contrario, è stato concepito per prevenire l’effetto contagio e dunque per ridurre l’effetto leverage del paese ‘offending’ (paese che rischia di scatenare effetto contagio, paese praticamente colpevole). Tuttavia, il timing di questa crisi potrebbe rischiare che lo strumento venga caratterizzato da limiti più severi, condizioni più dure, e soglie di sofferenza più elevate”, si legge nel commento degli analisti di Citi riportato da Marketwatch. Insomma, Conte potrebbe dover ‘rispondere’ anche di una Bce più severa e meno generosa nei confronti dell’Italia, facendo alla fine un favore…ai falchi tedeschi.
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New York Times: Draghi titano dell’Europa
Così si legge nell’articolo del New York Times che riporta la notizia della crisi di governo italiana, dal titolo Italy’s Unity Government Teeters, as Mario Draghi Offers to Resign, firmato da Jason Horowitz, responsabile della divisione del Times a Roma, che si occupa di Italia, Vaticano, Grecia e altre aree del Sud Europa:
“Draghi, un titano dell’Europa chiamato spesso Super Mario per aver salvato l’euro ai tempi in cui era presidente della Banca centrale europea (come dimenticare il suo “WhateverItTakes?”) è riuscito a risollevare immediatamente – con la nascita del suo governo a inizi 2021 – la reputazione internazionale dell’Italia e la fiducia dei investitori. La promessa della sua guida ferma al volante dell’Italia ha aiutato il paese a ricevere più di 200 miliardi di euro dai fondi europei (appunto il NextGenEU), una somma che ha dato all’Italia la migliore occasione degli ultimi decenni di modernizzazione. Mr Draghi – si legge ancora nell’articolo del New York Times – ha portato in Italia una crescita moderata, ha varato riforme per il sistema giudiziario e fiscale, snellendo la burocrazia dell’Italia, e trovando diverse fonti di energia al di là della Russia”.
A questo punto, continua Howowitz, “se Mattarella o altri partiti politici che desiderano che il governo continui non riusciranno a convincere Draghi a rimanere, la conseguenza sarà l’instabilità non solo per l’Italia ma per tutta l’Europa, in un momento precario. L’Unione europea, di cui Draghi è un fervente sostenitore, sta facendo fatica a essere unita di fronte all’aggressione dell’Ucraina perpetrata dal presidente della Russia, Vladimir Putin”.
E come viene descritto in tutto questo Giuseppe Conte?
“Conte, un avvocato tratto dall’oscurità dal Movimento 5 Stella e dalla Lega per guidare il governo nel 2018, ha faticato a trovare la sua posizione di leader di quello che rimane dei 5 Stelle. Alcuni esponenti del Parlamento riportano che (Conte) prova ancora rancore per essere stato defenestrato dalla carica di presidente del Consiglio nel 2021, quando è stato sostituito da Draghi”.
Conte viene descritto anche come “disperato nella ricostruzione di un partito colpito da una emorragia che ha dimezzato il sostegno a suo favore”.
Il riferimento è all’addio dell’attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che “ha lasciato il partito il mese scorso, portandosi dietro decine di altri esponenti”.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non rinuncia a cercare una strada per uscire dall’ennesima crisi di governo, cercando di blindare l’Italia dalla prospettiva di elezioni anticipate che si terrebbero in un contesto caratterizzato dal timore di una recessione globale, dal protrarsi della guerra tra la Russia e l’Ucraina e da tutte le conseguenze che il conflitto ha comportato, crisi energetica in primis, soprattutto nell’Europa esposta verso e dipendente dalla Russia, peso massimo nel mondo dei produttori di petrolio e di gas.
C’è la paura tangibile, che si fa più concreta, di un razionamento del gas, in Italia e in Europa (a tal proposito, Draghi stava già lavorando a un piano per ridurre al minimo lo shock sull’economia in caso di stop definitivo delle forniture dalla Russia di Vladimir Putin; inoltre, proprio grazie a Draghi l’Italia è riuscita a rimpiazzare buona parte delle importazioni di gas russo; c’è l’inflazione che galoppa ovunque e che non risparmia certo l’Europa; tutt’altro, visto che, sulla scia delle preoccupazioni sull’offerta di gas, petrolio e materie prime, i prezzi energetici continuano a schizzare, mettendo sull’attenti aziende e famiglie, alle prese con il problema del caro-bollette: proprio ieri a tal proposito sono state rese note le stime della Commissione Ue sul Pil e sull’inflazione, che hanno indicato come in Ue e in Eurozona le pressioni inflazionistiche continueranno a viaggiare ai livelli record nel corso del 2022; e proprio il nodo inflazione sta provocando non pochi mal di testa alle banche centrali, con la Bce di Christine Lagarde che, oltre ad alzare i tassi – di 25 punti, in base a quanto annunciato la stessa Lagarde – è alle prese ora più che mai, con questa crisi di governo, con lo scudo salva Btp, salva Italia, che ora avrebbe finalmente un nome, e che dovrebbe essere sfoderato nella prossima riunione del 21 luglio del Consiglio direttivo della banca centrale europea.
C’è la guerra in Ucraina, ancora, che rende qualsiasi previsione sull’economia barcollante, visto che il clima di incertezza è tale che ogni outlook, stilato anche dal migliore degli esperti, lascia il tempo che trova.
Nel caso specifico dell’Italia c’è l’occasione imperdibile della possibilità di fare finalmente quelle riforme che i vari governi hanno rimandato per anni, secondo decenni, grazie al PNRR. Giusto per citare un commento, Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Central Mediterranean, ha rimarcato che il PNRR “rappresenta un’occasione irrinunciabile per dare impulso al nostro sistema produttivo e migliorare l’attrattività verso investimenti internazionali”, nel presentare lo studio “L’attrattività del sistema Italia per le imprese estere: opportunità e prospettive del PNRR”.
Ad aprile la Commissione Europea ha versato all’Italia la prima rata da 21 miliardi di euro per il PNRR, – stando a quanto riportato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dando seguito alla valutazione positiva della richiesta di pagamento presentata da Roma a fine dicembre, che ha certificato il raggiungimento dei 51 obiettivi previsti nel PNRR per il 2021. Ma i fondi europei non arrivano in modo incondizionato: l’Italia deve fare le riforme, ovvero deve concretizzare quegli interventi che rappresentano un sostegno considerevole all’economia italiana, come ha ribadito il numero uno di Bankitalia Ignazio Visco e che sono proprio delineati nel PNRR.
Insomma, di cose urgenti di cui l’Italia deve occuparsi ce ne sono eccome, motivo per cui Mattarella vuole far rientrare assolutamente il rischio di elezioni anticipate. Ma bisognerà vedere se Draghi vorrà continuare ancora a bere quel calice amaro che gli era stato pronosticato all’alba del suo governo.
Draghi era stato salutato dagli economisti di Goldman Sachs come il Political lender of Last Resort, ovvero ovvero l’ultima frontiera per la politica italiana.
Dal canto suo L’FT aveva descritto Draghi come il banchiere centrale che, alla guida della Bce, aveva “giocato un ruolo decisivo nel salvare la moneta unica da una emergenza bancaria e dei debiti sovrani quasi fatale”. “Ha mostrato di avere competenze politiche eccezionali nel convincere alcuni leader dell’Eurozona, soprattutto in Germania, di come alcune misure della banca centrale non ortodosse fossero essenziali al salvataggio (dell’euro)”, aveva scritto l’FT , parlando però anche di calice amaro, laddove scriveva che “il pericolo per Draghi è che il suo governo possa finire con l’essere un amaro calice”.
L’FT concludeva: “Se il nuovo governo non riuscirà a utilizzare in modo ottimale le vaste somme di soldi europei che dovrebbero essere a sua disposizione, le conseguenze, sia per l’Europa che per l’Italia, saranno gravi”. Ma per i populisti e i complottisti italiani la colpa dell’ennesimo disastro dell’Italia non porta il nome di Giuseppe Conte. Soprattutto dopo il recente report ‘scandalo’ sull’Italia, ovvero di Goldman Sachs.