Petrolio in rimonta: WTI riagguanta quota $100, a $104 il Brent dopo tonfo fino a -10%. Goldman Sachs: sell off eccessivo
Prezzi del petrolio WTI riagguantano quota $100 al barile, dopo aver sfondato ieri la soglia psicologica, scontando i timori di una recessione globale in arrivo e sulla scia degli outlook più bearish da parte degli analisti sulle prospettive di crescita dell’economia mondiale.
Goldman sachs ha tuttavia dichiarato di ritenere che il sell off sia stato eccessivo visto che, a suo avviso, i consumi di petrolio stanno viaggiando a ritmi superiori a quelli dell’offerta, a fronte di un livello di scorte che rimane pericolosamente basso.
Il contratto WTI scambiato a New York oggi è in ripresa, ed è salito fino al record intraday delle contrattazioni asiatiche a $102,14, in crescita del 2,7%, dopo essere collassato alla vigilia dell’8%, chiudendo al minimo dalla fine di aprile, sotto quota $100. Alle 7.15 ora italiana, il WTI avanza dell’1% circa a $100,47 al barile.
Il Brent sale dell’1,50% a $104,36 al barile, dopo essere crollato alla vigilia del 9,5%, soffrendo la perdita giornaliera più forte dallo scorso marzo.
“Sebbene le probabilità di una recessione stiano di fatto crescendo, è prematuro per il mercato petrolifero soccombere a tali preoccupazioni – hanno scritto in una nota gli analisti di Goldman Sachs che includono Damien Courvalin – L’economia globale sta ancora crescendo, con l’aumento della domanda di oil che quest’anno dovrebbe sovraperformare in modo significativo la crescita del Pil”.