Bce agita spettro ghigliottina dividendi banche, azionisti in stato di allerta. Cosa può succedere ora
E ora dalla vigilanza bancaria della Bce arriva il rischio di una mannaia sui dividendi delle banche europee. Oggi a Piazza Affari i titoli delle banche italiane segnano una ripresa, per poi tornare a perdere terreno: vendite su UniCredit, Intesa SanPaolo, Banco BPM, Bper. Lo shock arrivato alla vigilia con le parole di Andrea Enria, numero uno del Consiglio di vigilanza della Bce, è ancora troppo fresco, e la volatilità dei mercati elevata.
Ieri, in un’audizione in Commissione Affari economici al Parlamento europeo, Enria ha lanciato la bomba cedole, agitando la proposta di un ricalcolo dei dividendi delle banche effettuato tenendo conto della minaccia di una recessione che incombe sull’economia mondiale.
Con il rischio di “uno scenario macroeconomico peggiore rispetto a quello previsto, se ci fosse un embargo sul gas e se partisse una recessione le prospettive per le banche potrebbero essere peggiori”, ha detto Enria, in un momento in cui il chiodo fisso dei mercati finanziari non è più l’inflazione, ma la prospettiva di un hard landing provocato proprio dalla lotta delle banche centrali contro di essa.
La Vigilanza bancaria della Bce è così pronta ad avanzare la proposta di chiedere alle banche di effettuare eventuali ricalcoli sulle cedole, che tengano conto del mutato scenario economico:
“Ne parleremo la prossima settimana al supervisory board, ma potremmo chiedere alle banche di ricalcolare le traiettorie di credito nel caso di un peggioramento della congiuntura, anche nel caso di un embargo, e sfruttare questa analisi anche per poter gestire i piani di distribuzione”.
Anche perchè il mercato, ha continuato Enria, è “caratterizzato da una maggiore volatilità e da valutazioni azionarie inferiori, poiché i mercati prevedono che la redditività e la qualità degli attivi delle banche potrebbero essere influenzate da sviluppi macroeconomici avversi. Le proiezioni macroeconomiche dello staff dell’Eurosistema di giugno 2022 introducono per la prima volta uno scenario al ribasso che comporta una possibile recessione nel 2023 a seguito di interruzioni dell’approvvigionamento energetico dell’area dell’euro“.
La recessione diventa insomma uno scenario sempre più concreto anche secondo la Bce. Dal canto suo, la Fed di Jerome Powell l’ha già messa in conto. E per la vigilanza sulle banche dell’area euro sarebbe forse il caso che le stesse banche la tenessero in considerazione.
Sentirlo dire ad alta voce ha tuttavia spaventato gli investitori, che ieri hanno venuto a man bassa i titoli del settore: perdite pesanti per UniCredit, Intesa & Co.
D’altronde non è passato poi tanto tempo dal trauma vissuto dagli azionisti delle banche durante la pandemia, quando la Bce impose il congelamento delle cedole, scatenando reazioni anche forti.
Fa impressione la dichiarazione che venne proferita dalla banca centrale europea nel novembre del 2020, quando con un report avvertiva che la redditività delle banche non sarebbe tornata ai livelli pre-pandemia prima del 2022. Oggi, i tempi di guerra inducono a essere nuovamente cauti sul rischio legato al credito.
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Quella dieta traumatica è rimasta ben viva nella memoria degli azionisti delle banche europee. Un trauma durato a lungo, visto che alla metà di dicembre del 2020 la Bce toglieva il divieto ma azionava la ghigliottina.
Non più digiuno, dunque, ma dieta ancora molto ferrea. Le restrizioni sono state tolte finalmente alla fine del terzo trimestre del 2021, con gli azionisti pronti a fare l’abbuffata di cedole
Con la guerra in Ucraina, iniziata il 24 febbraio del 2022, la Bce ha inizialmente escluso il ripetersi dello stop alle cedole e alle operazioni di buyback.
E di fatto Enria non ha parlato ieri di un alt ai dividendi, agitando piuttosto lo spettro di riduzioni. E’ bastato per far capitolare UniCredit di quasi -7% a fronte di un Ftse Mib vicino a -3% e per scatenare sell off importanti su altre banche come Intesa SanPaolo e Banco BPM.
Il timore su un possibile taglio delle cedole ha preso il sopravvento sull’altra notizia Big della sessione, più esattamente sulle indiscrezioni che l’agenzia di stampa Reuters ha riportato riguardo all’attesissimo scudo anti-spread salva Btp a cui la Bce di Christine Lagarde starebbe lavorando.
Equita commenta così con una nota odierna lo shock targato Bce:
“Il Presidente del Consiglio di vigilanza della BCE Enria durante un discorso al Parlamento europeo ha sottolineato che ‘le proiezioni macroeconomiche dello staff dell’Eurosistema del giugno 2022 introducono per la prima volta uno scenario negativo che prevede unapossibile recessione nel 2023 a seguito di interruzioni delle fornitureenergetiche dell’area dell’euro’. Di conseguenza, Enria ha dichiarato che verrà chiesto alle banche di ricalcolare le traiettorie patrimoniali considerando uno scenario macro più sfavorevole (che comprenda uno scenario recessivo e l’interruzione della distribuzione di gas dalla Russia) e tenendo quindi conto di questi elementi nell’elaborazione dei piani di distribuzione dei dividendi agli azionisti”.
Equitya SIM rileva che “Enria ha tuttavia ribadito che non esiste la possibilità che la BCE imponga un ban sui dividendi come deciso nel 2020″.
Detto questo, cosa rischiano gli azionisti delle banche europee?
“La notizia, pur non avendo ad oggi implicazioni negative sul settore, evidenzia l’incertezza del quadro macro e riduce la visibilità sulla distribuzione del capitale nel 2022 e 2023. Tuttavia, riteniamo che per le banche con una solida posizione patrimoniale e una buona qualità degli attivi, il rischio di una significativa limitazione della distribuzione dei dividendi sia minore. Ricordiamo che recentemente la BCE ha autorizzato il buyback di Intesa da 3.4 miliardi, che quindi potrebbe già incorporare già il nuovo approccio dell’autorità di vigilanza. Le nostre stime attuali includono:
- per UniCredit (CET1 1Q22 14,0%): buyback di 1 miliardo sugli utili del 2021 (che devono ancora essere autorizzati dalla BCE), payout del 35% a valere sugli utili 2022 e un buyback da 1.8 miliardi
- Intesa SanPaolo (CET1 1Q22 13,6%): buyback da 3,4 miliardi (di cui 1.7 miliardi a partire dal 4 luglio). 70% payout sugli utili 2022;
- Banco BPM (CET1 1Q22 13,1%): payout del 50% pari a circa 290 milioni.