Azionario globale: terzo trimestre parte male. Borsa Tokyo -1,7% con sondaggio BoJ e futures Usa in forte calo
Dopo un primo semestre da dimenticare, il terzo trimestre parte male per l’azionario globale. I futures sui principali indici azionari Usa e le borse asiatiche puntano con decisione verso il basso.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha iniziato il terzo trimestre (e anche il secondo semestre) dell’anno con un calo dell’1,73% a 25.935,62 punti.
La borsa di Tokyo ha scontato in particolare il sondaggio Tankan sul sentiment delle grandi aziende manifatturiere giapponesi, che viene stilato su base trimestrale dalla banca centrale Bank of Japan.
Dal sondaggio è emerso che, nel periodo compreso tra i mesi di aprile e di giugno, l’indice che misura il sentiment è sceso a 9 punti, rispetto ai 14 punti del primo trimestre.
“Le aziende manifatturiere stanno affrontando in questo momento diversi ostacoli, che vanno dal balzo dei costi input alle condizioni instabili dell’offerta”, ha commentato Stefan Angrick, senior economist presso Moody’s Analytics. “Molto, ovviamente, ha a che fare con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e con i lockdown anti-Covid-19 imposti in Cina”, ha detto Angrick, intervenendo alla trasmissione ‘Squawk Box Asia’ della CNBC.
Chiusa oggi la borsa di Hong Kong.
Dal fronte macroeconomico del Giappone è stato diramato anche l’indice Pmi manifatturiero stilato congiuntamente da Jibun-Markit, che si è attestato a giugno a 52,7 punti, rallentando il passo rispetto ai 53,3 punti precedenti. Il dato è rimasto comunque in fase di espansione, in quanto superiore ai 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione – valori al di sotto – e di espansione – valori al di sopra.
Reso noto inoltre il tasso di disoccupazione del Giappone, salito a maggio al 2,6%, rispetto al precedente 2,5%, lievemente peggio rispetto al 2,5% atteso dal consensus degli analisti. Il numero dei posti di lavoro disponibili per ogni 100 persone in cerca di una occupazione è stato pari a 124, in lieve crescita rispetto ai 123 precedenti.
Dal fronte macroeconomico della Cina è arrivato l’indice Pmi manifatturiero della Cina stilato da Caixin-Markit, che si è attestato a giugno a 51,7 punti, meglio dei 50,1 punti attesi dal consensus degli analisti, tornando in fase di espansione rispetto ai 48,1 punti di maggio, e posizionandosi al record degli ultimi 13 mesi.
L’azionario globale rimane in balìa dei timori di una recessione negli Stati Uniti e nel mondo.
Ieri Wall Street ha concluso l’ultima sessione del secondo trimestre e del primo semestre del 2022 in rosso: lo S&P 500 ha ceduto quasi lo 0,9%, a 3.785,38 punti. Il Dow Jones Industrial Average ha perso 253,88 punti, o -0,8%, a 30.775,43, mentre il Nasdaq Composite è arretrato dell’1,3% a 11.028,74 punti.
Lo S&P 500 ha chiuso il semestre peggiore dal 1970, in perdita dall’inizio del 2022 del 20,6%. Decisamente negativo il trend dei futures Usa: alle 8.40 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones cedono 261 punti, quelli sullo S&P 500 arretrano dello 0,84% e quelli sul Nasdaq perdono lo 0,90%.
La borsa di Shanghai fa -0,36%, Sidney -0,43%, Seoul in calo dell’1,43%.