Tonfo di Piazza Affari nell’ultima seduta del II trimestre, sbandano i bancari
Giornata da dimentica per Piazza Affari con l’indice Ftse Mib che chiude in ribasso del 2,47% a 21.293,86 punti, avvicinandosi pericolosamente al precedente minimo del 7 marzo a 21.060 punti. L’andamento negativo di Wall Street peggiora ulteriormente il sentiment sui listini europei, in scia ai timori di recessione legati alla stretta delle banche centrali.
Gli interventi di ieri dei banchieri centrali hanno consolidato la prospettiva di un rallentamento dell’economia, frenata dalle politiche monetarie aggressive finalizzate a contrastare l’inflazione. In particolare, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha messo in conto il rischio di recessione come costo da pagare per riportare i prezzi verso il target del 2% nel medio termine. L’obbligazionario ha cominciato a prezzare un taglio dei tassi di mezzo punto percentuale nel corso del 2023 da parte dell’istituto di Washington, scommettendo sul fatto che il deterioramento dell’outlook costringerà le autorità monetarie a fare marcia indietro.
Tornando a Piazza Affari, gli unici titolo che riescono a chiudere la sessione in positivo sono Moncler, Amplifon, Recordati e Diasorin con rialzi che non superano lo 0,3%. Il titolo peggiore del Ftse Mib è invece Saipem (-21%), dopo che tre giorni fa è partito l’aumento di capitale. Molto male anche il comparto bancario con UniCredit (-5,2%), Intesa Sanpaolo (-5,1%) e Bper (-3,9%).