Wall Street, Powell non esclude hard landing. Tonfo futures, Dow Jones -400, Nasdaq -1,8%
Futures Usa accelerano al ribasso nell’ultimo giorno di contrattazioni del secondo trimestre e dunque del primo semestre dell’anno. Alle 13 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones scendono di quasi 400 punti (-1,22%), mentre i futures sullo S&P 500 arretrano dell’1,47%. Peggio fa il Nasdaq, che scivola di quasi -1,8%.
con l’indice S&P 500 che si appresta a chiudere i primi sei mesi del 2022 con un calo del 20% circa, riportando la perdita semestrale peggiore dal 1970, quando soffrì una flessione pari a -21,01%.
Guardando invece al trend trimestrale, sia il Dow Jones che lo S&P 500 si apprestano a riportare nel secondo trimestre del 2022 la peggiore performance dal 2020, ovvero dal periodo a cui si fa risalire l’inizio della pandemia Covid.
Il Nasdaq, in calo di oltre -20% nel secondo trimestre, si orienta a concludere il trimestre peggiore dal 2008.
“Il balzo dell’inflazione, la transizione della politica monetaria della Fed (verso un approccio sempre più hawkish) le valutazioni delle azioni storicamente elevate sono stati tutti fattori a cui gli investitori hanno pensato mentre l’anno iniziava – ha commentato John Lynch, chief investment officer di Comerica Wealth Management, stando a quanto riportato dalla CNBC – La combinazione dei lockdown anti-Covid-19 in Cina e dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha provocato una escalation ulteriore della volatilità, con gli investitori che sono diventati sempre più preoccupati per la possibilità di una recessione globale entro il prossimo anno”.
Ieri chiusura contrastata per la borsa Usa, con il Dow Jones Industrial Average in rialzo di 82,32 punti, (+0,27%), a 31.029,31 punti; lo S&P 500 piatto con un calo pari a -0,07% a 3.818.83, e il Nasdaq Composite anch’esso ingessato con una variazione pari a -0,03% a 11.177,89 punti.
Il fatto che il presidente della Fed Jerome Powell, ieri a Sintra, in Portogallo, in occasione del Forum sulle banche centrali organizzato dalla Bce, abbia ammesso di nuovo di non poter escludere un hard landing, dunque l’arrivo di una recessione, deprime ulteriormente i mercati. “Certamente esiste il rischio di andare troppo in là nella nostra lotta contro l’inflazione”, ha detto il banchiere centrale. Il Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, si riunirà il prossimo 26 luglio per annunciare la sua decisione sui tassi il 27 luglio.
Ieri Loretta Mester, presidente della Federal Reserve Bank of Cleveland e membro votante del Fomc, ha detto di essere favorevole a un altro rialzo dei tassi Usa di 75 punti base nella prossima riunione di luglio. La Fed ha alzato i tassi agli inizi di questo mese di 75 punti base, in quella che è stata la stretta monetaria più forte dal 1994, al fine di sconfiggere un’inflazione che viaggia negli Stati Uniti al record degli ultimi 40 anni.
“Se le condizioni dovessero rimanere esattamente le stesse di oggi, in occasione del prossimo meeting, sarei favorevole a un rialzo dei tassi di 75 punti base, perché non ho ancora visto quei numeri dell’inflazione necessari affinché si possa tornare a una stretta di 50 punti base”, ha detto Mester, intervistata dalla CNBC.
La paura di una recessione è ben evidente anche nel mercato dei Treasuries Usa, che negli ultimi giorni sono stati a essere oggetto di acquisti dopo il tonfo delle settimane precedenti. Più che scontare l’inflazione, ora i tassi scontano l’hard landing, con quelli decennali che scendono al 3,06%, in attesa della diffusione di alcuni dati, come quella del parametro preferito dalla Fed per monitorare proprio l’inflazione, ovvero l’indice PCE core, diffuso insieme ai dati sulle spese per consumi e i redditi personali. Attesa anche per le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione relativi alla settimana terminata il 18 giugno. Entrambi i dati saranno resi noti alle 14.30 ora italiana.