Spettro recessione anche per l’Europa, mercati in affanno
Tornano le vendite sui mercati. A pesare sono i timori di un marcato rallentamento economico. Ieri chiusura in forte calo per Wall Street con lo S&P 500 che ha ceduto il 2,01% a 3.821,55, mentre il Nasdaq Composite ha fatto peggio, capitolando del 3% a 11.181,54 punti complici cali nell’ordine del 5% di big quali Tesla, Meta e Amazon. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib torna sotto i 22 mila punti (-0,82% a 21.919 punti).
“Le azioni hanno invertito la rotta nelle ultime 24 ore, mettendo fine all’improvviso al rally del rischio iniziato la scorsa settimana. Sembra che la prevista fine delle misure di lockdown in Cina non abbia prodotto un grande impulso per il sentiment, mentre i timori per una maggiore inflazione e una crescita più lenta rimangono forti”, rimarca la Morning Call di IG.
L’indice NYSE FANG+ Index – che include i cinque titoli principali “FAANG” (Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google di Alphabet) oltre ad altri cinque titoli di crescita tech (Alibaba, Baidu, NVIDIA , Tesla e Twitter) è scivolato indietro ieri del 3,74%. Da inizio anno l’indice delle big tech segna una caduta del 33,5%.
Ieri la lettura della fiducia dei consumatori statunitensi è stata una doccia fredda, scendendo al minimo di 16 mesi e alimentando le preoccupazioni sul fatto che l’economia USA si dirigerà verso una recessione.
Spettro recessione anche per l’Europa
Spettro recessione anche per l’Europa. Gli economisti di Morgan Stanley si aspettano che l’area dell’euro scivoli in una lieve recessione nel quarto trimestre del quest’anno a causa della riduzione delle forniture di energia dalla Russia. Le nuove stime della casa d’affari statunitense sono di una contrazione del PIL dell’Eurozona per due trimestri a cavallo tra 2022 e 2023 per poi ritornare a crescere nel secondo trimestre del prossimo anno, guidata da un aumento degli investimenti.
Nonostante il rallentamento dell’economia, l’attesa di Morgan Stanley è che la Bce andrà avanti con rialzi dei tassi senza sosta da qui a fine anno per contrastare l’inflazione alta; così a fine anno il tasso sui depositi dovrebbe attestarsi allo 0,75% a dicembre, anche se gli economisti non escludono del tutto una possibile sosta dopo settembre se le prospettive economiche peggiorassero.
Oggi riflettori puntati proprio sulle banche centrali con il forum Bce di Sintra che entra nel vivo. Nel primo pomeriggio è in agenda un panel con Powell, Lagarde e Bailey. Sul fronte macro focus sulla lettura finale sul pil del primo trimestre, il cui calo potrebbe ridursi all’1,4% dopo il -1,5% della prima lettura. Grande attesa anche per i dati odierni sull’inflazione tedesca (consensus +8,8% armonizzato Ue a/a a giugno rispetto al +8,7% precedente). Intanto è già uscito il dato sull”inflazione della Renania settentrionale-Vestfalia che segna una decelerazione(+7,5% dal precedente 8,1%) e soprattutto una variazione mensile negativa (-0,1%). Indicazioni che hanno subito portato acquisti sui Bund con il tasso del decennale tedesco sceso all’1,54% dal’1,62% della chiusura di ieri.