Italia: richieste a 23,7 miliardi per il BTP 30 anni. Due terzi dell’importo è stato assegnato ad investitori esteri
Nonostante uno spread decennale tornato sopra la soglia dei 200 punti base, gli investitori continuano a puntare sul Bel Paese. Ieri il Ministero dell’Economia ha messo sul mercato, tramite sindacato di collocamento, il nuovo BTP a 30 anni. Il titolo ha scadenza 1° marzo 2048, godimento 1° marzo 2017 e tasso annuo 3,45%, pagato in due cedole semestrali. Collocato a 98,956, il bond corrisponde un rendimento lordo annuo all’emissione del 3,536%.
Sia il timing, sia la modalità di collocamento non sono stati casuali. Per quanto riguarda la tempistica, il Tesoro ha voluto anticipare le tensioni che oggi stanno attraversando i mercati (riunione BCE, elezioni britanniche e audizione dell’ex numero uno dell’FBI James Comey) e che si riflettono, causa la vulnerabilità dei fondamentali italiani, in maniera maggiore sulla carta tricolore.
Il collocamento è stato effettuato tramite la costituzione di un sindacato composto da BNP Paribas, Citigroup Global Markets, Goldman Sachs, HSBC France e UniCredit che hanno partecipato in veste di lead manager, mentre tutti gli altri Specialisti in titoli di Stato hanno rivestito il ruolo di co-lead manager dell’operazione. Il sindacato di collocamento è stato scelto a causa della durata del titolo, più adatta a una vendita diretta da parte degli istituti primary dealer agli investitori.
L’importo emesso è stato pari a 6,5 miliardi di euro e le richieste complessive, arrivate da quasi 200 investitori, si sono attestate a circa 23,7 miliardi di euro. Un tasso particolarmente attraente ha favorito le sottoscrizioni da parte dei fund manager (44,9%) mentre le banche hanno rappresentato circa un terzo del totale (32,7%). Investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo hanno acquistato circa l’8,6% (in particolare il 5% è stato assegnato a banche centrali e istituzioni governative mentre il 3,6% è andato a fondi pensione e assicurazioni). Agli hedge fund è stato collocato circa il 13,6%.
A livello geografico, gli investitori esteri si sono aggiudicati poco meno dei due terzi del collocamento: in particolare spicca la quota appannaggio degli operatori residenti in Gran Bretagna e Irlanda (31,8%) e in Europa continentale (25,6%). Gli investitori nord-americani si sono aggiudicati circa il 6,1% dell’emissione.