Regno Unito: inflazione ai massimi da 4 anni. Giovedì si riunisce la Bank of England
L’inflazione britannica torna a mostrare i muscoli. Causa l’incremento dei prezzi dei giochi per pc, dei laptop e dei pacchetti vacanze, che in parte riflettono l’impatto dell’indebolimento della sterlina, la crescita dei prezzi al consumo il mese scorso si è attestata al 2,9%, il livello maggiore dal giugno del 2013.
Il dato precedente e il consenso erano fissati al 2,7%. In evidenza anche il dato “core”, quello calcolato al netto delle componenti più volatili, che, stimato al 2,3%, è passato dal 2,4 al 2,6%. In questo caso si tratta del valore più elevato da novembre 2012.
“In un momento in cui la crescita dei salari si conferma modesta, questo balzo dell’inflazione è destinato ad esercitare ulteriore pressione ribassista sui redditi disponibili e quindi a ridurre i consumi”, ha commentato Amit Kara, n.1 per le stime macro sul Regno Unito del NIESR (National Institute of Economic and Social Research).
I dati sono maggiori delle ultime stime diffuse dalla Bank of England: a maggio l’istituto guidato da Mark Carney ha detto di attendersi per il secondo trimestre un +2,65%. In evidenza il pound che, sull’ipotesi di un anticipo del primo rialzo dei tassi, con un incremento di mezzo punto percentuale a 1,2717 usd sta interrompendo una serie negativa che ormai andava avanti da tre sedute.
Il prossimo meeting della Boe è in calendario dopodomani. “I dati di oggi non dovrebbero allarmare il Comitato di politica monetaria e, anche alla luce dell’incertezza politica, ci attendiamo una conferma dei tassi”, rileva Paul Hollingsworth di Capital Economics. “Dubitiamo –continua l’esperto – che possa nascere una maggioranza all’interno del Comitato che senta la necessità di alzare i tassi nell’anno corrente”.
Anche perché, “la crescita dei salari e le aspettative di inflazione sono in linea con un tasso in quota 2% nel 2018, quando ormai sarà passato lo shock legato ai prezzi delle importazioni”. Stando alle ultime statistiche elaborate dall’Office for National Statistics, i salari nominali a marzo hanno segnato un +2,4% (la pubblicazione dei dati relativi aprile è prevista per domani).
Inoltre, una tasso di crescita dell’economia scivolato dallo 0,7 allo 0,2% nel primo trimestre 2017, non lascia presagire un surriscaldamento dell’economia della “Perfida Albione”.