Azionario, Il flirt tra gli utili societari di Europa e Giappone e la ripresa
La fiducia delle imprese sta aumentando (in particolare negli Stati Uniti) e ciò sta generando non solo tendenze positive per l’occupazione, ma anche segnali di una ripresa degli investimenti societari, che avevano toccato i minimi. Tali tendenze, se durature, sono importanti per la capacità del ciclo azionario di maturare con risvolti positivi. “Un importante fattore che influenzerà la crescita degli utili negli Stati Uniti sarà la capacità delle società di trarre vantaggio dal miglioramento del contesto macroeconomico sfruttando la crescita dei ricavi e difendendo i margini di utile”, è il commento di Laurence Taylor, Portfolio Specialist, Global Equities di T. Rowe Price.
Europa: finalmente un miglioramento
Ma sono l’Europa e il Giappone le due aree più interessanti per il gestore. Per quanto riguarda la prima, gli utili delle aziende negli ultimi anni non sono cresciuti affatto a causa anche di un cambiamento strutturale determinato da problematiche di lunga durata nei settori dell’energia, dei materiali e della finanza. “Ora finalmente abbiamo visto un’inversione degli utili nei settori orientati alle materie prime – spiega Taylor – Allo stesso tempo, l’indice PMI europeo sta toccando nuovi picchi di ciclo, segnalando così che per numerose società finanziarie il contesto della redditività è migliorato”. Vero è che l’Europa non è uno dei mercati azionari più ciclici, ma la prospettiva di un rinnovato aumento delle vendite nel Vecchio Continente è molto interessante. “Stavolta un miglioramento degli utili societari ha buone probabilità di durare”, dice lo strategist.
Il Sol Levante sta per brillare nuovamente?
Quanto al Giappone negli ultimi due trimestri, le società hanno registrato una crescita degli utili a due cifre, mentre nell’ultimo trimestre del 2016 hanno contabilizzato utili destagionalizzati per 19.800 miliardi di yen, un vero record in termini assoluti. Negli ultimi anni, quindi, il Giappone ha mantenuto le promesse, generando utili societari ciclici, nonostante la debolezza dei trend di crescita sia a livello nazionale che globale. “Dopo il tracollo di metà ciclo, tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, c’è stato un innegabile miglioramento degli utili, sia in termini di slancio che di revisioni, grazie anche all’indebolimento dello yen che ha favorito la crescita delle esportazioni”, spiega Taylor. Ma che cosa dobbiamo aspettarci ora? Secondo Taylor lo scenario economico interno del Giappone deve ancora infiammarsi: continua infatti la stagnazione dei salari e l’inflazione si mantiene quindi ostinatamente bassa. Il rendimento del capitale dei titoli societari mostra l’altro lato della medaglia dei dibattuti dubbi che aleggiano sul successo della Abenomics. “Mentre il PIL si è mantenuto a livelli modesti, è stato il miglioramento della corporate governance e della redditività societaria a essere premiato – dice Taylor – Siamo quindi dell’avviso che il quadro bottom-up meriti di essere osservato con maggiore attenzione”. Il Giappone ha sicuramente ricordato a tutti che c’è differenza tra fondamentali economici e fondamentali azionari, un aspetto che si è rivelato decisivo per consentire al Paese di sovraperformare la maggior parte dei mercati sviluppati dal 2012 a oggi. Se non altro per gli stock picker, il ritorno dei fondamentali come fattori che guidano i titoli sarà motivo di sollievo e riporterà un po’ di logica dopo un anno nel quale la fiducia ispirata dagli eventi politici e dagli aspetti macroeconomici ha spinto i mercati da un estremo all’altro. “In ultima analisi, anche se gli sviluppi della crescita economica, dell’inflazione e dei tassi di interesse resteranno un motivo di enorme focalizzazione e discussione, il 2017 verrà delineato altrettanto, se non di più, dagli utili che porterà (o non porterà) con sé”, conclude Taylor.