Zona Euro: inflazione sopra le stime a giugno. Segno meno per l’eurodollaro
Calo inferiore alle stime per il tasso di inflazione di Eurolandia. Come consuetudine dell’ultimo giorno lavorativo del mese, Eurostat ha diffuso i dati preliminari relativi l’andamento dei prezzi al consumo della Zona Euro. Nel mese corrente, il CPI (Consumer Price Index) ha segnato un incremento annuo dell’1,3%, in riduzione rispetto all’1,4% di maggio ma maggiore dell’1,2% stimato dagli analisti alla luce del rallentamento registrato dai prodotti energetici.
La contrazione minore delle attese registrata dall’indice principale è amplificata dall’andamento del dato “core”, quello calcolato al netto delle componenti più volatili, salito dallo 0,9 all’1,1 per cento. Anche in questo caso gli analisti erano stati troppo prudenti stimando un rialzo all’1% annuo.
A livello di singole componenti, l’andamento delle quotazioni del greggio si è riflesso sui prezzi dei prodotti energetici, passati dal +4,5 al +1,9%, seguiti dai servizi, dall’1,3 all’1,6%, e dal comparto “alimentari, alcol e tabacco”, da 1,5 a 1,4 per cento.
Si tratta di aggiornamenti che non cambiano molto in ottica BCE e non a caso sull’eurodollaro, dopo tre sedute con il segno più, gli operatori stanno vendendo la notizia. Salito dell’1,8% nelle ultime cinque sedute, al momento l’incrocio tra la moneta unica e passa di mano a 1,1399, lo 0,36% in meno rispetto al dato precedente.
Al di là dei “misunderstanding”, presunti o reali, nelle ultime uscite il chairman Draghi ha continuato a rimarcare che nonostante i miglioramenti registrati dai fondamentali economici, è ancora necessario proseguire con le misure di stimolo.
Quelle odierne rappresentano indicazioni “che rafforzano –ha detto Stefan Ubovic di BNP Paribas – la fiducia della BCE nelle prospettive inflazionistiche e supportano la nostra view che il Consiglio dei Governatori annuncerà una nuova riduzione del piano di acquisto asset o nel meeting di settembre o in quello di ottobre”.