Bank of Japan posticipa (per la sesta volta) il target di inflazione e deprime lo yen
Nodo inflazione sempre più intricato per la Bank of Japan. L’istituto centrale nipponico vede sempre più lontano l’obiettivo di inflazione al 2% e si prepara quindi a mantenere più a lungo gli stimoli monetari. La reazione del mercato è stato un indebolimento dello yen con cross usd/jpy tornato sopra 112.
La Banca del Giappone oggi non ha toccato, come da attese, la propria politica monetaria ultra-espansiva, che probabilmente si protrarrà ancora a lungo viste le difficoltà a raggiungere il target di inflazione. L’istituto centrale nipponico ha infatti tagliato le stime di inflazione per i prossimi due anni fiscali. Ora si aspetta una crescita dei prezzi al consumo dell’1,1% nel corrente anno fiscale dal +1,4% indicato in precedenza. Per il prossimo anno fiscale atteso invece un +1,8% dal +1,9% indicato in precedenza.
Un anno in più per vedere inflazione al 2%
“La tempistica per il raggiungimento del tasso di variazione annuale dell’inflazione del 2 per cento sarà probabilmente intorno al bilancio 2019”, rimarca la banca centrale nel suo statement, ossia a marzo 2020. In precedenza aveva detto che avrebbe raggiunto tale obiettivo prima della fine di marzo 2019. Da quando Haruhiko Kuroda è alla guida dell’istituto centrale è la sesta volta che la Bank of Japan rimanda il raggiungimento del target di inflazione.
Alzate invece stime sul Pil
Andamento migliore del previsto invece per l’economia. La Bank of Japan ha così aumentato le aspettative per il prodotto interno lordo per l’anno corrente e il prossimo anno fiscale rispettivamente all’1,8 per cento e all’1,4 per cento. In precedenza le stime erano ferme rispettivamente a +1,6% e +1,3%.