Borse europee ritracciano nel gran giorno della BCE
Il rafforzamento dell’euro spinge al ribasso le borse europee. Se da un lato la Banca Centrale Europea ha confermato tassi e QE rimarcando di attendersi che il costo del denaro “si mantenga su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività”, dall’altro il chairman Draghi ha nuovamente stupito annunciando che in autunno saranno discussi i prossimi passi relativi la riduzione degli stimoli monetari.
Il Consiglio Direttivo “è stato unanime nel fissare una data precisa su quando discutere i cambiamenti futuri”. In questo contesto il cross eurodollaro si è spinto fino a 1,1651, il livello maggiore da quasi due anni (24 agosto 2015).
Movimento inverso quello dei listini azionari che dopo una prima parte in positivo hanno terminato di poco sotto la parità. A Francoforte il Dax ha chiuso a 12.447,25 punti (-0,04%), il parigino Ca40 a 5.199,22 (-0,32%) e l’Ibex a 10.564,80 (-0,22%). L’unico segno più, non a caso, è stato registrato a Londra dove il FTSE100 si è fermato a 7.487,87 punti, +0,77%.
A livello di singole performance, il titolo del gruppo svizzero ABB ha perso il 2,76% dopo utili in aumento meno delle previsioni mentre Unilever ha terminato in parità (+0,04%) nonostante vendite di poco sotto le stime.
In agenda macro, la bilancia delle partite correnti di Eurolandia, che ha registrato un avanzo di 30,1 miliardi (consenso 23,3 miliardi) e le vendite al dettaglio britanniche, salite dello 0,6% mensile (0,4%). Nella seconda parte è stata la volta dei dati statunitensi su nuove richieste di sussidio di disoccupazione (233 mila), manifatturiero di Philadelphia (19,5 punti), fiducia dei consumatori (-2) e superindice (+0,6% m/m).