Eurozona: Pil accelera ancora, cosa farà la Bce? (analisti)
L’Eurozona accelera ancora, mostrando nel secondo trimestre dell’anno una crescita del Pil dello 0,6% su base trimestrale, rispetto allo 0,5% dei tre mesi precedenti, e del 2,1% su base annua, il dato migliore dal primo trimestre del 2011. Si pone quindi la questione dell’appropriatezza delle misure di stimolo della Banca centrale europea (Bce). I membri più falco del Consiglio Direttivo dell’Eurotower potrebbero fare pressing ritenendo che sia giunto il momento di rimuovere alcune misure, come il Quantitative Easing (QE) e i tassi sui depositi negativi. “La Bce – commenta Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist di Schroders – dovrebbe rivedere le proprie stime su crescita e inflazione durante l’incontro del 7 settembre. Sebbene la crescita abbia superato le attese della Banca centrale, l’inflazione probabilmente è ancora motivo di preoccupazione”. L’ultimo dato annuale, di luglio, mostra un’inflazione all’1,3%, inferiore al target della Bce. Secondo l’esperto, un’altra preoccupazione è legata al recente apprezzamento dell’euro, che potrebbe far scendere l’inflazione nei prossimi trimestri e danneggiare potenzialmente la crescita delle esportazioni. “Ci aspettiamo – conclude Zangana – che il presidente della Bce, Mario Draghi, non annuncerà alcun cambiamento per i tassi di interesse, comunicando invece un’estensione del programma di QE per il 2018, con un ammontare di acquisti mensili ridotto però a 40 miliardi di euro al mese. Ci attendiamo poi, più avanti quest’anno, una nuova analisi sui progressi fatti, in cui continuerà quello che è, a tutti gli effetti, un tapering”.