Consob: Vivendi ha controllo di fatto su Telecom. Fari su Mediaset, titolo vale meno di tre euro
Telecom Italia e Mediaset alla Borsa di Milano, Vivendi alla Borsa di Parigi. Il trend di questi tre titoli sarà attentamente monitorato da trader, investitori e gestori nella sessione odierna, alla luce delle ultime notizie che scuotono l’impero dei francesi capitanati dal finanziere bretone, Vincent Bolloré.
Uno schiaffo a Bolloré è arrivato con la delibera della Consob, che ha affermato che Vivendi detiene il controllo di fatto di Tim. Una sentenza che cozza del tutto con l’interpretazione che i francesi hanno dato a quella partecipazione del 23,9% che detengono nel capitale dell’azienda italiana: secondo loro, l’influenza che esercitano è semplicemente molto contenuta, detenendo ‘semplicemente’ la direzione e il controllo di Telecom Italia.
La Telecom Italia francese si prepara così alla battaglia legale e comunica che farà ricorso contro la delibera della Consob. D’altronde, in ballo, c’è molto. Vivendi rischia infatti di essere costretta a consolidare nel bilancio generale l’indebitamento netto di Telecom Italia, del valore di ben 25,7 miliardi di euro, con ripercussioni a dir poco pesanti sui suoi conti.
Bolloré & Co. scrivono in una nota di essere contrari a questa interpretazione e comunica la piena intenzione di appellarsi ai “tribunali competenti”. Il “gruppo ribadisce di aver sempre rispettato le leggi e di averle applicate”.
Ma la Consob è ferma e nella nota con cui motiva le conclusioni a cui è arrivata – la principale è che Vivendi controlla di fatto Tim – scrive che “ciò che conta al fine dell’individuazione del soggetto controllante non è una particolare situazione formale (la proprietà, ad esempio, di oltre il 50% del capitale ordinario), ma sono le reali posizioni di potere all’interno della società, determinate dal numero di voti che di fatto si possono comunque utilizzare per conseguire l’influenza dominante sulla partecipata attraverso la nomina della maggioranza dei componenti del Consiglio di amministrazione”.
Le quotazioni di Telecom Italia sono in ribasso, ma l’attenzione è focalizzata anche su Mediaset, reduce dal tonfo della vigilia, quando è crollata del 5%, bucando la soglia psicologica dei tre euro.
Dai massimi testati successivamente alla scalata di Vivendi, le quotazioni sono scivolate del 35%. Ieri l’azione ha scontato la nota di Macquarie, che ha rivisto al ribasso il rating a ‘underperform’, tagliando il prezzo obiettivo a 2,1 euro. Stando a indiscrezioni stampa, inoltre, diversi fondi americani avrebbero, proprio in vista della decisione dell’Agcom sulla quota di Vivendi nel Biscione, smorzato le scommesse – ormai rientrate da tempo – sull’ipotesi di una Opa.
Sul fronte Mediaset-Vivendi, l’Agcom ha reso noti di aver preso atto delle “integrazioni alla proposta di piano di Vivendi”, che “indicherà un “gestore” a cui conferirà la quota in Mediaset superiore al 9,9% (quindi quasi il 20%), con l’Authority che che “vigilerà sulla concreta attuazione dell’impegno a rimuovere la posizione vietata” entro il prossimo aprile. Il diktat è che Vivendi scenda sotto la soglia del 10% del capitale di Mediaset. Ma le quotazioni segnano un lieve rialzo, attorno a 2,950 euro.