Minaccia Corea del Nord: attacco contro questi bond, investitori stranieri scappano
Un esodo degli investitori stranieri che si sta confermando il peggiore da almeno il 2014. E’ quello che sta colpendo il mercato dei titoli di stato sudcoreani che, nella sessione della vigilia, è stato attaccato da un sell off del valore di 2 trilioni di won, l’equivalente di $1,8 miliardi. Una situazione che si è riproposta oggi, con smobilizzi per 1 trilione di won ($878 milioni).
Una vera e propria fuga dalla Corea del Sud, che si è verificata per la seconda volta nell’arco di tre mesi e che si spiega probabilmente con l’escalation delle tensioni tra Seoul e Pyongyang. A scappare sono stati soprattutto gli investitori esteri.
Tra l’altro, il Global Bond Fund di Franklin Templeton Investment, del valore di $40 miliardi, aveva ridotto l’esposizione verso la Corea del Sud di quasi la metà, stando a quanto risulta da una documentazione dello scorso 31 luglio, riportata da Bloomberg.
Kim Sang-hoon, analista della divisione di reddito fisso per KB Investment & Securities, ha spiegato a Bloomberg il forte sell off con una possibile manovra da parte del fondo sovrano della Norvegia, che aveva reso nota l’intenzione di snellire il proprio portafoglio. E’ vero tuttavia che quella del fondo sovrano è solo una proposta, che deve ricevere ancora l’approvazione del governo.
La fuga non riesce a trovare una spiegazione nei fondamentali dell’economia della Corea del Sud, il cui debito pubblico non raggiunge neanche il 39% del Pil, rispetto al 107% del Pil degli Stati Uniti. Seoul non ha inoltre un sistema di welfare lontamente simile a quello dei paesi occidentali e risulta tra gli ultimi nella classifica della spesa pubblica destinata a fini sociali, tra i paesi dell’Ocse.
In realtà, proprio a tal proposito, il neo presidente sudcoreano Moon Jae-in vuole attuare una vera e propria rivoluzione nel paese: tra i suoi obiettivi l’aumento dei salari, la costruzione di case popolari, l’incremento dei sussidi di disoccupazione e altri benefit che potenzino il welfare. Basta pensare che nel mese di luglio ha annunciato un aumento del salario minimo del 16%, il più forte dal 2001.
Ma le condizioni delle finanze pubbliche sono più che buone.
Il sell off che sta colpendo il mercato del reddito fisso sudcoreano può essere spiegato con il fatto che gli investitori stranieri stanno preferendo giocare d’anticipo, visto che le tensioni geopolitiche potrebbero salire ancora nel periodo in cui i mercati finanziari del paese rimarranno chiusi – dal 2 al 9 ottobre – in occasione della festività nazionale Chuseok, simile a quella del Thanksgiving americano.
Il risultato è che i tassi sui bond a tre anni sono saliti oggi all’1,832%, al record dalla fine di maggio del 2015, (ma a livelli decisamente bassi a livello mondiale), mentre i tassi a cinque anni sono cresciuti al 2,087%.
La sessione odierna è stata inoltre debole per l’azionario del paese, con l’indice di riferimento Korea Composite Stock Price che ha chiuso praticamente ingessato, con una variazione +0,07% a 2.372,57 punti.
Le ultime dichiarazioni provenienti dagli Usa – Donald Trump ha detto di essere “preparato del tutto” a far ricorso alle opzioni militari contro la Corea del Nord – hanno continuato a innervosire gli investitori stranieri che, stando a quanto commenta Kim Ye-eun, analista di Cape Investment & Securities, “hanno venduto titoli tecnologici di società a larga capitalizzazione a causa dei persistenti rischi legati alla Corea del Nord”.
Bloomberg parla oggi comunque del mistero del sell off sui bond, facendo riferimento ai rumor che stanno circolando a Seoul su chi stia realmente attaccando il paese.