Zona Euro: la risalita dell’inflazione “core” potrebbe iniziare prima del previsto
A circa un mese dal meeting della Banca Centrale Europea del 26 ottobre, l’economia di Eurolandia si conferma solida. Le già elevate probabilità che l’istituto guidato da Mario Draghi nel 2018 decida di ridurre lo shopping di titoli, oggi registrano un ulteriore incremento a seguito della pubblicazione dei dati di fiducia diffusi dalla Commissione Europea.
Nel mese corrente l’ESI (Economic Sentiment Indicator), che misura il valore aggregato della fiducia delle imprese e dei consumatori, è salito da 111,9 a 113 punti, il livello maggiore dal giugno del 2007. Dal sondaggio della Commissione, è emersa una ripresa della fiducia in Germania (prima dell’appuntamento delle elezioni federali di domenica scorsa), così come anche in Francia, Italia e Spagna.
Il sentiment del settore industriale è passato da 5 a 6,6 punti mentre nel caso dei servizi il dato si è spinto da 15,1 a 15,3 punti. I numeri fanno il paio con gli indici di fiducia dei consumatori, anch’essi a livelli che non si vedevano da 10 anni.
“Il dato cruciale resta l’inflazione”, ha commentato Bert Colijn di ING. Nonostante sia lento, rileva l’esperto, “il miglioramento del mercato del lavoro sta certamente spingendo al rialzo i salari” e in questa rilevazione “le attese di assunzioni hanno fatto registrare un cauto miglioramento”.
Di conseguenza, “la solida ripresa del mercato del lavoro sembra destinata a continuare a un ritmo sostenuto almeno fino alla fine dell’anno”. Inoltre, “le attese sui prezzi di vendita sono saliti sia nel caso del manifatturiero che in quello dei servizi, superando i livelli, già elevati, fatti registrare nei mesi precedenti”.
Si tratta di numeri, continua Colijn, che segnalano che miglioramenti dell’inflazione “core”, quella calcolata al netto delle componenti più volatili, “potrebbero arrivare prima delle stime”.