Piazza Affari: altra seduta complicata per i bancari, Tim in testa al listino
Seduta interlocutoria per le Borse del Vecchio Continente, con i principali indici azionari che segnalano performance in rodine sparso. A Milano, su Piazza Affari continua ad aleggiare la nube che ieri ha offuscato le performance dei titoli bancari nostrani. La Bce vuole implementare criteri più rigidi per l’accantonamento degli Npl a partire dal primo gennaio prossimo, “rischiando di mettere a serio rischio la ripresa del settore e di avere forti effetti negativi sulle Pmi”, ha commentato il presidente Abi Antonio Patuelli.
In questo quadro l’indice FTSE Mib arretra di un decimo di punto, in area 22.430 punti. Al secondo giorno di sell off Ubi Banca, -2,48% a 4,24 euro, BPER Banca, -1,36% a 4,91 euro e Banco BPM, -1,46% a 3,238 euro. Più composta la seduta di UniCredit, in perdita di mezzo punto a 17,29 euro.
Sul fronte inverso, il mercato oggi premia Telecom Italia, in testa con un +1,77% a 0,7745 euro sostenuta dalle dichiarazioni del presidente Arnaud de Puyfontaine che avrebbe aperto all’ipotesi dello scorporo della rete, mentre montano indiscrezioni su una possibile vendita della quota di maggioranza detenuta da Tim in Persidera: una transazione che, secondo diverse fonti, vedrebbe Barclays, Credit Suisse e Lazard al lavoro, e che potrebbe fruttare alla compagnia telefonica tra i 350 e i 400 milioni di euro. Telecom non accetterebbe infatti una valorizzazione di Persidera inferiore ai 350 milioni di euro.