Regno Unito: nuovo warning sui conti, questa volta è il turno di Pendragon. Operatori economici scrivono a Davis
Anche Pendragon taglia le stime. Nel terzo trimestre sono state ben 75 le società quotate a Londra che hanno lanciato un profit warning. Tra aprile e giugno il dato si era attestato a 45, per una crescita t/t del 66%. Stando alle rilevazioni della società di revisione contabile EY, si tratta dell’incremento trimestrale maggiore degli ultimi sei anni.
Il retailer di auto con sede a Nottingham ha annunciato di aver tagliato la stima sull’utile dell’esercizio corrente da 75 a 60 milioni di sterline. “Ci attendiamo che le vendite di auto nuove continuino a scendere nell’anno corrente e nella prima metà del prossimo”, riporta una nota della società emessa a margine della presentazione di conti che hanno evidenziato un tonfo dell’ultima riga di conto economico del 21% in un anno.
Pendragon ha detto di avvertire una “pressione senza precedenti” nel comparto premium “causata da alcuni produttori che continuano ad immettere veicoli sul mercato nonostante il rallentamento della domanda”. Il titolo PDG sul listino della City segna un calo di oltre 17 punti percentuali. Diverse sono state le società che nelle ultime settimane hanno lanciato un warning. Per restare al mese di ottobre, sono arrivati gli “allarmi” di Merlin Entertainment, di IWG, di GKN e di Interserve.
Automotive in sofferenza
Con un -9%, a settembre le immatricolazioni di auto della “Perfida Albione” hanno fatto segnare il sesto calo mensile consecutivo. Vauxhall ha annunciato il licenziamento del 25% della forza lavoro e l’azzeramento degli investimenti fino a quando non saranno registrati miglioramenti nelle trattative per la Brexit. Si tratta di una posizione comune nel comparto, visto che secondo quanto riportato dal “Mail on Sunday”, finora nel 2017 gli investimenti del settore automotive si sono attestati a 647 milioni, contro gli 1,66 miliardi del 2016.
Stando a quanto riportato dal Guardian, cinque dei maggiori gruppi di lobbying britannici (tra cui la CBI, la locale Confindustria, e la Camera di Commercio) hanno inviato una lettera David Davis, il Ministro della Brexit, per chiedere una accordo in vista dell’uscita del Regno Unito dall’Unione. Si tratta di una mossa sintomatica della crescente ansia di parte del mondo degli affari britannico, preoccupato per gli scarsi progressi delle trattative.
Ulteriore benzina sul fuoco arriva dal n.1 di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, che in un tweet di qualche giorno fa ha segnalato l’intenzione di spostare posti di lavoro dal Regno Unito alla Germania. In futuro passerò più tempo qui, ha scritto Blankfein facendo riferimento a una visita a Francoforte.
Just left Frankfurt. Great meetings, great weather, really enjoyed it. Good, because I’ll be spending a lot more time there. #Brexit
— Lloyd Blankfein (@lloydblankfein) 19 ottobre 2017