Venezuela: Maduro prepara la ristrutturazione del debito, per analisti non è possibile
Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha annunciato di voler ristrutturare e rifinanziare il debito del Paese. Estinto un bond da quasi 1,2 miliardi di dollari emesso dalla compagnia petrolifera nazionale PDVSA, Maduro si è rivolto alla nazione per annunciare di voler elaborare un piano destinato al rifinanziamento di un debito pubblico che, stando alle ultime stime, dovrebbe superare la soglia dei 100 miliardi di dollari.
Il Presidente ha assegnato al suo chiacchierato vice Tareck El Aissami l’incarico di istituire una Commissione per lo studio della questione. “La nostra intenzione è continuare a soddisfare gli obblighi internazionali ma anche mettere fine alla persecuzione finanziaria delle banche e degli organismi internazionali “, ha detto Maduro stando a quanto riportato dal quotidiano “El Mundo”. “Dobbiamo fronteggiare una reale persecuzione finanziaria globale: non ci soffocheranno, non ci arrenderemo mai all’impero statunitense”.
Si tratta di un passo che sia Maduro, sia il suo predecessore Hugo Chavez, hanno da sempre escluso finendo per rendere il debito di Caracas tra i più profittevoli dei mercati emergenti. La mossa del leader rappresenta un’ammissione dell’insostenibilità del debito per un’economia strozzata (-19% per il Pil 2016) dal calo delle quotazioni del greggio, da un’inflazione a tre cifre e dalle sanzioni imposte dagli Stati Uniti. A favore della ristrutturazione due creditori forti come Cina e Russia, che avrebbero già assicurato sostegno economico esterno al Paese.
La ristrutturazione potrebbe passare dal taglio delle cedole, e/o dall’allungamento delle scadenze o da un’offerta di scambio. A Londra, i bond di PDVSA con scadenza 2027 quotano circa 20 centesimi per dollaro mentre i titoli governativi al 2018 scambiano a 63 centesimi. I credit default swap prezzano un default del Paese al 97% nei prossimi cinque anni.
Si tratta di un’operazione, rileva Hans Humes, chief executive dell’hedge fund Greylock Capital Management, “che si preannuncia tra le più difficili che ho visto in 30 anni di esperienza”. “Credo sia l’inizio della fine…l’annuncio è sintomatico di una liquidità estremamente ridotta e dell’ingenuità delle possibili soluzioni”, ha detto Patrick Esteruelas, n.1 per la ricerca dell’hedge fund EMSO. “Agiscono come se potessero ri-modulare il debito in un’ottica ‘market friendly’ senza i costi di un default”.
“Voler ristrutturare il debito venezuelano in presenza di sanzioni e di un’economia al collasso è assurdo”, ha twittato Orlando Ochoa, professore di economia presso la Andrés Bello Catholic University di Caracas. “Non è possibile”.