Notizie Notizie Mondo Investimenti, La normalizzazione monetaria è carburante per i bond “convertibili”

Investimenti, La normalizzazione monetaria è carburante per i bond “convertibili”

16 Novembre 2017 13:21

 

 

 

 
Nei mesi scorsi la Federal Reserve ha iniziato a gettare le basi per la normalizzazione della propria politica monetaria, che prevede una graduale rimozione delle misure non convenzionali (tra cui il quantitative easing) da parte delle Banche centrali dei Paesi avanzati. Ovviamente, come sottolinea Nicolas Delrue, Head of Investment Specialists & Convertible di Union Bancaire Privée (UBP), “La conseguente tendenza al rialzo dei tassi di interesse, insieme alla buona performance dei mercati azionari, crea un contesto molto positivo per i bond convertibili, consentendo loro di guadagnare nuovamente terreno”.

 Mercato Usa in forte ripresa

Infatti, alla luce del trend rialzista che sta interessando i tassi di interesse, le aziende stanno tenendo in crescente considerazione nella propria strategia di finanziamento gli strumenti convertibili, come dimostrato dall’attuale forte dinamismo dell’attività primaria di questi strumenti nel mercato statunitense.

Da un punto di vista aziendale, infatti, i coupon inferiori offerti dalle convertibili (dovuti all’opzione di conversione implicita) rappresentano un punto di forza di questa asset class – spiega Delrue – Inoltre, per le società tali obbligazioni rappresentano un’opportunità per diversificare la propria base di investitori”.

 Migliora la classe di merito

Al di là delle cifre di emissione, Delrue spiega che ci sono altre dinamiche che risultano decisamente appetibili. Gli ultimi mesi, per esempio, sono stati caratterizzati da una gestione attiva del debito da parte di emittenti esistenti, che hanno emesso nuove offerte di obbligazioni convertibili e, a volte, utilizzato i ricavi per riacquistare titoli precedenti emessi (è il caso, per esempio, di STMicroelectronics e di Deutsche Wohnen). “Oltre a creare interessanti opportunità in termini di valutazione sul mercato secondario, questo consente ai gestori di spostare la propria esposizione dai titoli conviction verso titoli convertibili più bilanciati, e quindi più convessi”, dice lo strategist. In questo scenario, vale la pena ricordare il miglioramento complessivo della qualità dell’universo creditizio riscontrato negli ultimi anni: ad oggi, il 42% del valore di mercato delle convertibili europee si qualifica come investment grade, contro il 25% di soli due anni fa.

 Successo tra gli investitori

L’inversione dei flussi dei fondi convertibili registrata quest’anno rispetto al 2016 suggerisce poi che questa asset class sta beneficiando anche di un rinnovato interesse da parte degli investitori, che apprezzano il comportamento che questi titoli hanno storicamente dimostrato in periodi di rialzo dei tassi di interesse.

Per i sottoscrittori, i titoli convertibili sono anche un modo per poter accedere a una rara combinazione: la volatilità di lungo periodo (attraverso l’opzione call intrinseca a lungo termine sul titolo della società emittente); e una caratteristica di “long optionality” che li distingue dalle opzioni call sui singoli titoli, che solitamente presentano scadenze più brevi”, conclude Delrue.