Azionario Europa, Crescita degli utili tra il 10% e il 12% nel 2018. Small e mid cap in evidenza
Nonostante la forte crescita economica, le azioni europee sono rimaste indietro rispetto a quelle dei mercati sviluppati e globali nel 2017, registrando a fine ottobre un progresso relativamente modesto del 13%. Gli utili sono stati frenati dalla sottoperformance delle azioni britanniche e dai diffusi cali dei P/E ratio in Europa, sebbene l’effetto sia rimasto contenuto dalla solida crescita degli utili delle imprese europee.
“Dopo aver superato la recessione del 2011-2012, crediamo che l’economia europea sia entrata nella fase intermedia del ciclo – spiegano Michaël Lok, Group CIO, e Norman Villamin, CIO Private Banking di Union Bancaire Privée (UBP) – Ciò significa che gli investitori dovrebbero puntare sulla crescita degli utili, attesa tra il 10% e il 12% nel 2018, intesa come fattore di performance”.
“Dopo aver superato la recessione del 2011-2012, crediamo che l’economia europea sia entrata nella fase intermedia del ciclo – spiegano Michaël Lok, Group CIO, e Norman Villamin, CIO Private Banking di Union Bancaire Privée (UBP) – Ciò significa che gli investitori dovrebbero puntare sulla crescita degli utili, attesa tra il 10% e il 12% nel 2018, intesa come fattore di performance”.
Il ruolo della Bce nella crescita economica
Come spiegano i due strategist, in realtà le aspettative attuali sono più modeste, intorno al 9%, quindi sembra che gli investitori – con l’avvicinarsi del 2018 – sottovalutino lo slancio non solo della crescita globale, ma anche di quella, altrettanto importante, dell’Europa. Inoltre, la Banca centrale europea ha assunto un atteggiamento cauto nella riduzione dei suoi aiuti alle economie della zona euro, ed è quindi improbabile che l’euro forte possa costituire un ostacolo l’anno prossimo.
“Con l’Europa che cresce alla massima velocità dal 2011-2012 riteniamo che i benefici ciclici per le aziende del Continente orientate al mercato interno siano notevoli”, è il commento di Lok e Villamin.
“Con l’Europa che cresce alla massima velocità dal 2011-2012 riteniamo che i benefici ciclici per le aziende del Continente orientate al mercato interno siano notevoli”, è il commento di Lok e Villamin.
Pollice alzato per le small e mid cap
Per UBP sono le small e mid cap europee le aziende più favorite, sebbene in Europa manchino le prospettive di catalizzatori alimentati dalle riforme per le società a più piccola capitalizzazione operanti sul mercato interno. Dallo scoppio della crisi dell’Eurozona, gli utili di questa categoria di imprese sono aumentati dal 6-7% a oltre l’11%, mentre quelli delle large cap europee si sono assestate intorno al 9%.
“Nonostante il miglioramento della redditività delle imprese più piccole, gli investitori per acquistarle godono tuttora di un 10% di sconto in termini di Price/Earnings – dicono Lok e Villamin – sebbene le performance siano migliorate negli ultimi due anni, nel 2015 gli investitori avrebbero dovuto pagare un premio sul P/E ratio addirittura del 15%. In quest’ottica, le small e mid cap europee evidenziano oggi un valore migliore rispetto a due anni fa, nonostante il progresso del 16% registrato da inizio anno”.
Qualche nube all’orizzonte
“Nonostante il miglioramento della redditività delle imprese più piccole, gli investitori per acquistarle godono tuttora di un 10% di sconto in termini di Price/Earnings – dicono Lok e Villamin – sebbene le performance siano migliorate negli ultimi due anni, nel 2015 gli investitori avrebbero dovuto pagare un premio sul P/E ratio addirittura del 15%. In quest’ottica, le small e mid cap europee evidenziano oggi un valore migliore rispetto a due anni fa, nonostante il progresso del 16% registrato da inizio anno”.
Qualche nube all’orizzonte
“Per concludere nell’Europa continentale, sebbene il 2017 sia stato turbato dall’incerta situazione in Spagna e Catalogna, siamo del parere che la forza delle economie dell’Eurozona debba rimanere prioritaria per gli investitori”, dicono ancora gli strategist. Che concludono: “All’inizio del 2018 gli investitori dovrebbero continuare a concentrarsi su crescita e utili, ma con l’avvicinarsi delle elezioni in Italia, della scadenza della Brexit nel 2019 e del tapering della BCE, le preoccupazioni sul fronte politico potrebbero tornare alla ribalta e pesare sugli asset di rischio europei”.