Carige: sottoscritto 66% aumento capitale, titolo vola +10%. L’80% di Creditis ceduto a Chenavari
Carige ha reso noti i dati relativi alla sottoscrizione dell’aumento di capitale, lanciato per 560 milioni. L’aumento “in opzione” è stato sottoscritto al 66%, per un valore di 331 milioni di euro. A tale somma vanno aggiunti altri 46 milioni legati alla tranche da 60 milioni riservata agli obbligazionisti subordinati, che è stata sottoscritta da Intesa Vita, Generali e Unipol. Buona la reazione del titolo, che alle 10.49 ora italiana segna un rally +7%, per poi rafforzarsi ulteriormente e fare +10%.
L’istituto ha comunicato anche che, nel giorno in cui si è concluso il periodo di sottoscrzione dell’aumento di capitale, Carige ha concluso la vendita di Creditis a Chenavari Investment Managers.
Con l’accordo vincolante Carige cederà una quota pari all’80,1% della società di credito al consumo di Creditis Servizi Finanziari per un valore di 80,1 milioni. La transazione dovrebbe chiudersi entro il primo semestre del 2018.
Tornando ai dettagli della sottoscrizione dell’aumento di capitale, complessivamente gli azionisti stabili, Malacalza Investimenti, Fondazioni, Gabriele Volpi e Aldo Spinelli, hanno sottoscritto circa 131 milioni di euro, mentre il mercato ha aderito con una partecipazione pari a circa 200 milioni.
In particolare Vittorio Malacalza, primo azionista di Carige, ha partecipato anche a titolo personale all’aumento di capitale investendo 870mila euro complessivi per esercitare i diritti relativi a 87 milioni di nuove azioni. Il pacchetto, in caso di emissione totale delle nuove azioni dell’aumento da complessivi 560milioni di euro, corrisponderebbe allo 0,15% del nuovo capitale sociale di Carige.
Malacalza Investimenti, in base agli impegni assunti, dovrebbe aver aderito all’aumento con la sua quota del 17,6%.
I diritti di opzione non esercitati verranno offerti in Borsa secondo un calendario che verrà comunicato al mercato.
Nel comunicato di Carige si legge che, “nel caso in cui a seguito dell’offerta in Borsa rimanessero diritti inoptati, gli stessi saranno sottoscritti dai sub-garanti di prima allocazione e a seguire dai garanti e dai sub-garanti proporzionali su base pari passu, fermo restando il diritto di Malacalza Investimenti di sottoscrivere nuove azioni che dovessero risultare non sottoscritte al termine dell’asta, per un ammontare che consenta alla stessa di raggiungere una partecipazione pari al 28% del capitale sociale post aumento”.
L’istituto è ottimista:
“Oggi scriviamo una nuova pagina della storia di Banca Carige, siamo molto soddisfatti per il risultato del nostro aumento di capitale che è andato in porto con grande successo, nonostante la difficile situazione di mercato in cui ci siamo trovati – ha commentato l’AD Fiorentino – Mi piace sottolineare che si tratta della prima volta che una banca in difficoltà nel nostro Paese, ce l’ha fatta da sola, insieme al suo territorio. Sono stato fiducioso fin dall’inizio, ero certo che la banca fosse viva e pulsante e ne abbiamo avuto conferma grazie al coinvolgimento determinante sia dei soci stabili sia dei nostri piccoli azionisti, che hanno fatto la loro parte”.