Bitcoin tra euforia e rischio crollo, c’è chi parla di bolla più grande della storia
E’ sempre più nutrito il plotone dei detratto del bitcoin. L’impennata delle quotazioni della criptovaluta fa pensare al rischio del gonfiarsi a dismisura di una bolla speculativa. La Corea del Sud, uno dei Paesi dove l’utilizzo del Bitcoin è in crescita vertiginosa, ha annunciato oggi delle imminenti misure di contenimento del fenomeno, mentre il vice primo ministro turco Mehmet Simsek ritiene che la speculazione sul Bitcoin ha trasformato la criptovaluta nella “più grande bolla della storia della finanza”.
In un commento scritto sul suo profilo Twitter, Simsek consiglia di stare lontano da questa speculazione: “Proprio come il prezzo del Bitcoin aumenta improvvisamente, potrebbe anche crollare”. Simsek è il principale responsabile delle politiche economiche della Turchia ed è un ex strategist della Merrill Lynch a Londra.
Intanto il governo della Corea del Sud si appresta a introdurre una serie di misure volte a placare l’elevata speculazione sul Bitcoin e sulle criptovalute in generale. Agli stranieri e ai minori verrà impedito di creare conti o scambiare valute virtuali in Corea del Sud, mentre verrà introdotta per gli investitori una tassa sui capital gain. L’annuncio da parte di Seoul è arrivato a seguito a una riunione di emergenza dei viceministri dei regolatori finanziari convocata proprio in scia al boom di utilizzo della valuta virtuale.
La Corea è uno dei Paesi dove l’utilizzo del bitcoin risulta divenuto più capillare. Lee Nak-yon, primo ministro del paese del sud est asiatico, ha dichiarato che il boom di interesse verso le valute virtuali è un potenziale “fenomeno patologico”.
Sul fenomeno bitcoin è intervenuto anche il governatore della Banca centrale dell’Australia, Philip Lowe: “Quando si pensa al bitcoin semplicemente come strumento di pagamento, sembra più probabile che risulti attraente per coloro che vogliono fare transazioni nell’economia nera o illegale, piuttosto che nelle transazioni quotidiane”.
Secondo Lowe l’interesse verso i bitcoin è causato principalmente da una “mania speculativa” piuttosto che per il loro utilizzo come forma efficiente e conveniente di pagamento. “Le monete virtuali non sono attualmente utilizzate per i pagamenti di tutti i giorni ed è improbabile che lo saranno mai”, ha sentenziato Lowe che si è quindi unito al coro dei banchieri molto critici verso il Bitcoin.