La Bce dimezza il QE. Tensione sui debiti sovrani dell’Eurozona: tassi BTP e Bund a massimo in due mesi
Ci siamo: gennaio 2018 è ufficialmente il mese in cui la Bce di Mario Draghi dimezzerà il piano di Quantitative easing, portando gli acquisti dei titoli di stato e dei corporate bond dell’area euro a scendere, su base mensile, da 60 a 30 miliardi di euro.
La notizia è nell’aria da tempo, ma ciò non impedisce ai bond dell’Eurozona di puntare verso il basso. Risultato: i tassi salgono, con quelli dei BTP e dei Bund che testano il valore più alto in due mesi. Proprio questo rialzo sincronizzato consente allo spread Italia-Germania di rimanere sotto controllo. Questo significa anche che non sono eventuali buone notizie per l’Italia a contenere il differenziale.
Tutt’altro: i tassi sui BTP decennali estendono la fase rialzista di fine anno, superando la soglia del 2%.
I rendimenti sui Bund tedeschi a 10 anni avanzano di 2,5 punti base allo 0,46%, toccando il record dalla fine di ottobre.
Focus anche sui tassi tedeschi a 30 anni, che salgono di quasi 5 punti base all’1,30%, al livello più alto dalla metà di novembre.
Se, oltre all’effetto Bce i BTP italiani scontano anche – o soprattutto – l’incertezza politica legata alle elezioni politiche imminenti – in calendario il prossimo 4 marzo – quelli tedeschi pagano il dato relativo all’inflazione della Germania, che è stato diffuso lo scorso venerdì, e che ha indicato un aumento dell’indice dei prezzi al consumo, in media, dell’1,7% nell’intero 2017, al tasso più alto in cinque anni, ovvero dal 2012.
C’è poi, specificamente nella giornata di oggi, il fattore Benoit Coeure. In una intervista rilasciata a una rivista finanziaria cinese durante il fine settimana, il membro del Consiglio direttivo della Bce ha detto che esiste “una probabilità ragionevole” che il programma di stimoli della Banca centrale europea del valore di 2,55 trilioni di euro, una volta arrivata la scadenza ufficiale fissata al settembre del 2018, non sarà ulteriormente esteso.