Rivoluzione Mifid II, tante novità per risparmiatori, banche e intermediari
E’ ormai agli sgoccioli il conto alla rovescia per l’arrivo della Mifid II, la più grande riforma regolamentare dei mercati nell’ultimo decennio. In vigore da domani 3 gennaio, la direttiva Mifid II segna un momento di svolta Mifid II con l’intento di offrire una maggiore protezione agli investitori e arrivare a una maggior concorrenza nel trading di tutte le asset class.
La direttiva Ue va quindi a porre maggiori tutele per i risparmiatori andando a richiedere un ingente sforzo in termini di trasparenza a banche, asset manager e intermediari. Punto chiave della Mifid II è l’introduzione di prospetto semplificato che informerà sui costi di gestione e sui rendimenti futuri o sulle perdite.
L’Abi ha diffuso una bussola per gli investitori in modo da evidenziare le principali novità in arrivo per risparmiatori e investitori. Spicca per i risparmiatori il “Kid”, il nuovo documento con le informazioni chiave sui prodotti finanziari che aiuterà gli investitori a meglio comprendere confrontare strumenti diversi, identificati secondo le caratteristiche fondamentali di ognuno.
La riforma voluta dall’Unione Europea, dopo ben 7 anni di preparazione che hanno portato a un “mostro normativo” contenente più di 1,7 milioni di regole, riguarderà ogni angolo del sistema finanziario del Vecchio continente: quindi banche e intermediari, ma anche gestori patrimoniali, fondi pensione e logicamente gli investitori retail.
Spesi oltre 2 mld $ per prepararsi alle nuove normative
Molte società non sono riuscite ad arrivare all’appuntamento completamente pronte per implementare la nuova normativa, nonostante le massicce spese. La preparazione dei sistemi IT, stando a quanto riferito dal Financial Times, dovrebbe essere costata oltre 2 miliardi di dollari nel solo 2017.
Possibili vincitori e vinti
In merito alle conseguenze a cui si andrà incontro con l’entrata in vigore della direttiva MiFID II, S&P Global Ratings rimarca oggi come MiFID II e il relativo regolamento rappresentano uno sviluppo normativo estremamente importante il cui obiettivo, tra gli altri, è quello di incrementare la trasparenza all’interno dei mercati finanziari europei. “Riteniamo che le implicazioni saranno in linea di massima negative per i broker – sottolinea S&P – quasi tutte le banche d’investimento (con qualche eccezione tra le maggiori) e gli asset manager, mentre saranno leggermente positive per le infrastrutture del mercato finanziario (IMF) e gestibili per la maggior parte delle altre banche. L’agenzia di rating non vede però impatti significativi sul rating di nessuna delle banche su cui ha un rating.
“Tuttavia, come accaduto per MiFID I – aggiunge S&P – la struttura e le pratiche del mercato si evolveranno gradualmente in risposta alla direttiva, il che significa che vincitori e vinti di MiFID II emergeranno in maniera più chiara con il tempo”.