Dollaro in ripresa dopo minute Fed, si scommette su ulteriori strette. Ma è alert per rischi stabilità finanziaria
Dollaro osservato speciale, dopo la pubblicazione delle minute della Federal Reserve relative all’ultimo meeting, in cui i tassi di interesse Usa sono stati alzati di un quarto di punto percentuale, al nuovo range compreso tra l’1,25% e l’1,5%.
La valuta americana è salita dopo la diffusione dei verbali, che hanno alimentato speculazioni su nuove ulteriori manovre restrittive da parte della Banca centrale. I funzionari della Fed si sono mostrati più ottimisti sull’outlook dell’economia Usa, rivedendo al rialzo le stime sulla crescita del Pil nel 2018 dal +2,1% precedente al +2,5%: merito della riforma fiscale di Donald Trump, che si sostanzierà in corposi tagli delle tasse a favore di aziende e famiglie.
Le minute hanno certificato anche il miglioramento significativo dell’occupazione, grazie al calo del tasso di disoccupazione al 4,1% e la “veloce crescita” della produzione industriale. Inoltre, le spese dei consumatori nella stagione natalizia sono state definite”solide” in diversi distretti monitorati dall’istituti.
A tal proposito, “molti partecipanti (del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve), hanno previsto che i tagli proposti alle tasse sul reddito delle persone forniranno un’ulteriore spinta ai consumi. Nei verbali è stato osservato anche il rialzo dell’azionario, con l’indice S&P 500 che nel 2017 è balzato del 20% circa. La motivazione è stata la seguente:
“I principali indici azionari sono saliti nel periodo compreso tra un meeting e il successivo, riflettendo probabilmente le percezioni degli investitori sulla maggiore probabilità che la riforma fiscale venisse approvata (come è stato, poco prima di Natale) e la conseguente fiducia sul sostegno dato dalla riforma stessa agli utili aziendali“, si legge nel testo.
Di conseguenza, in un contesto di miglioramento dei fondamentali economici, “la maggior parte dei funzionari della Fed ha continuato a essere favorevole a un aumento graduale dei tassi“.
Alcuni funzionari della Fed hanno fatto notare inoltre che le prospettive di una crescita dell’inflazione più veloce (delle attese), dovuta ai tagli alle tasse, sono “una ragione per velocizzare le strette monetarie”.
Certo, “diversi funzionari si sono mostrati tuttora preoccupati per il contesto di bassa inflazione”.
E non è mancato nei verbali un altolà ai mercati.
Almeno due membri del Fomc hanno espresso infatti timori sui rischi che incombono “sulla stabilità finanziaria”.
Come si legge nei verbali, “alla luce delle elevate valutazioni degli asset e della bassa volatilità dei mercati finanziari, due funzionari hanno espressione il timore che la persistenza di condizioni finanziarie altamente accomodanti possa, nel corso del tempo, rappresentare un rischio per la stabilità finanziaria”.
Il dollaro ha segnato una ripresa subito dopo la diffusione delle minute, ma non modo ancora una volta poco convincente. Al momento, la valuta riduce i guadagni sullo yen, a JPY 112,55, e rimane sotto pressione nei confronti dell’euro, che si conferma solido oltre la soglia di $1,2050.
La valuta americana cede anche nei confronti della sterlina, con il rapporto di cambio GBP-USD attorno a $1,3555.
Dollar Index poco mosso attorno a 92,183, dopo essere sceso due giorni fa fino a 91,751, al valore più basso dallo scorso 20 settembre.