Torna il sereno sui mercati, boom di buy sui ciclici. A Milano ruggiscono Intesa ed Enel
Prima seduta della settimana con intonazione decisamente positiva per Piazza Affari sulla scia di indicazioni confortanti circa il tasso di ospedalizzazione causato dalla variante Omicron. Ritorno del risk-on che premia in primis i titoli cliclici con forti acquisti su banche ed energetici.
L’indice Ftse Mib segna in chiusura +2,16% a quota 26.498 punti. Da ricordare che questa settimana Piazza Affari negozierà regolarmente anche mercoledì 8 dicembre (Festa dell’Immacolata). Sul fronte Covid, finora l’aumento dei casi di COVID-19 in Sudafrica a seguito dell’emergere della variante Omicron non ha travolto gli ospedali, suscitando un cauto ottimismo sul fatto che il nuovo ceppo causi sintomi per lo più lievi. “Segnali incoraggianti sui sintomi della variante Omicron. Ma bisogna essere prudenti. Ieri il professor Anthony Fauci, immunologo e consigliere del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha parlato di “Segnali incoraggianti sui sintomi della variante Omicron. Ma bisogna essere prudenti”.
Tra le blue chips di Piazza Affari giornata positiva per i titoli oil (+2,35% ENI) in scia all’intonazione positiva del petrolio. Tra le banche in evidenza Unicredit (+2,7% a 11,43 euro) che giovedì 9 dicembre presenterà il nuovo piano strategico. Oggi gli analisti di JP Morgan hanno promosso l’azione a overweight con tp salito a 15 euro. Bene anche Banco BPM (+3,02%) su cui la stessa JPM ha alzato il prezzo obiettivo da 3,1 a 3,2 euro. La migliore in assoluto tra le banche è stata però Intesa Sanpaolo con +3,1% a 2,213 euro.
Acquisti anche su Enel (+3,02% a 6,723 euro) che venerdì sera ha annunciato il completamento della cessione della quota del 50% detenuta in Open Fiber ottenendo una plusvalenza di oltre 1,76 miliardi.
Tra i pochi segni meno spicca TIM a -1,38% con gli ultimi sviluppi che vedono il Tesoro non convinto della proposta avanzata da Kkr. Secondo quanto riporta Il Messaggero, il governo ritiene che la proposta del fondo Usa non rispecchi il valore di TIM e l’esecutivo vedrebbe di buon occhio una collaborazione tra Vivendi e Cdp. Intanto i francesi hanno fatto sapere che sono aperti a valutare l’ipotesi di un controllo statale sulla rete. Vivendi, stando a quanto riferito da un portavoce della società, è interessata a qualsiasi soluzione che promuova l’efficienza e la modernità infrastrutturale della rete, preservando il valore del proprio investimento.