Borsa Tokyo paga numeri inflazione, Hong Kong -1,20%. Futures Nasdaq in ripresa
Borse asiatiche sotto pressione dopo la pubblicazione del dato relativo all’inflazione del Giappone, che ha messo in evidenza il continuo rialzo della componente core dell’indice dei prezzi al consumo, alimentando il timore di una svolta nella politica monetaria della Bank of Japan, che rimane decisamente accomodante.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo perde lo 0,31%, Hong Kong scende dell’1,20% circa, così come Shanghai. Seoul arretra dello 0,81%, Sidney fa -0,40%.
In particolare, l’inflazione del Giappone misurata dall’indice dei prezzi al consumo CPI è salita del 3,2 su base annua, lievemente al di sotto della crescita del 3,3% di febbraio.
Ma l’inflazione CPI core calcolata escludendo i prezzi dei beni alimentari freschi è aumentata del 3,1% su base annua, come da attese, invariata rispetto al mese precedente, e l’inflazione core, che esclude i prezzi dei beni alimentari e i prezzi energetici, è balzata del 3,8% su base annua, al di sopra del 3,4% stimato dal consensus e oltre il 3,5% del mese precedente.
E’ il 12esimo mese consecutivo che l’inflazione core del Giappone continua a correre.
Resi noti anche gli indici Pmi del Giappone: in particolare l’indice Pmi manifatturiero stilato congiuntamente da Jibun-Markit si è attestato a 49,5 punti, in lieve aumento rispetto ai 49,2 punti precedenti.
Il dato è rimasto in fase di contrazione, in quanto inferiore ai 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione – valori al di sotto – e di espansione – valori al di sopra.
Sentiment sotto pressione sui mercati azionari dopo il trend negativo di Wall Street alla vigilia.
Il Nasdaq Composite è sceso ieri dello 0,8% a 12.059.56. Il Dow Jones Industrial Average ha ceduto 110,39 punti, o -0.33%, a 33.786,62, mentre lo S&P 500 ha segnato una flessione dello 0,6%, a quota 4.129,79 punti.
A zavorrare la borsa Usa, in particolare l’indice Nasdaq, è stato lo scivolone di Tesla, che ha perso dopo la pubblicazione di una trimestrale che non ha convinto i mercati.
I futures sul Dow Jones e sullo S&P 500 viaggiano alle 7.30 ora italiana attorno alla parità, mentre i futures sul Nasdaq segnano una timida ripresa, pari a +0,10% circa.