Profumo gioca la carta Ipo di Drs, rumor fa schizzare Leonardo sul Ftse Mib
Boom di acquisti a Piazza Affari su Leonardo. Il titolo del gruppo guidato da Alessandro Profumo è arrivato a guadagnare oltre l’8% in area 6,5 euro sulla scia delle indiscrezioni che vedono in rampa di lancio l’IPO di Drs, la controllata statunitense specializzata nella tecnologia per la difesa che incide per il circa il 18% sui ricavi totali del gruppo (dati al 2019).
Stando a quanto riporta oggi Il Messaggero, a metà della prossima settimana il CdA di Leonardo darà il via all’operazione che potrebbe aver luogo in tempi molto brevi. Rispetto alla originaria deadline di giugno 2021, lo sbarco di Drs a Wall Street potrebbe avvenire già entro il mese di marzo. Leonardo sarà affiancata da tre grandi banche d’affari Usa (Goldman Sachs, Jp Morgan, Morgan Stanley).
La prima valutazione preliminare dell’Ipo risale al novembre scorso, quanto la società confermò la valutazione di diverse opzioni in un’ottica di creazione di valore per i propri azionisti, tra cui la possibilità di procedere alla quotazione di Leonardo Drs.
I numeri dell’operazione
Il collocamento riguarderà una quota del 40% del capitale attraverso un’offerta pubblica di vendita e sottoscrizione (Opvs). Stando a quanto riporta il quotidiano romano, l’orientamento tra le banche responsabili del collocamento sarebbe quello di procedere a un mix bilanciato di cessione di azioni e nuovi titoli da far sottoscrivere, con prevalenza di azioni da cedere sul mercato pari al 60% dell’intero flottante.
Quanto vale Drs? La controllata avrebbe una valutazione vicina ai 3,5 miliardi (in autunno si parlò di 3 mld), con l’Ipo che permetterebbe di incassare circa 2,1 miliardi che permetterebbero al gruppo di ridurre notevolmente l’ammontare del debito.
Drs era stata delistata da Wall Street nel 2008 a seguito dell’acquisizione da 5,2 mld $. Poi nel 2017 l’ex ad Mauro Moretti valutò l’IPO, ma l’operazione non andò in porto.
Il fatturato di DRS è salito del 6,4% a 1,93 miliardi di dollari nei primi nove mesi del 2020, principalmente grazie alle attività legate all’aggiornamento delle attrezzature fornite all’Esercito degli Stati Uniti.