Fusione Banco BPM-Bper a tutti i costi, Castagna in pressing su Cimbri
Giuseppe Castagna, ceo di Banco BPM, va in pressing su Carlo Cimbri (amministratore delegato di Unipol, maggiore azionista di BPER) per l’apertura del trattative tra le due banche in vista di un’eventuale fusione. Secondo un articolo pubblicato ieri da Il Messaggero, Castagna vorrebbe anticipare una potenziale offerta di Unicredit su MPS e Banco BPM. Bper e Unipol preferirebbero invece concentrarsi per il momento sull’integrazione delle filiali di recente acquistate da Intesa Sanpaolo-UBI.
La fretta di Castagna è quindi dettata dal rischio di rimanere indietro nel valzer M&A aperto lo scorso anno da Intesa Sanpaolo con UBI (in passato indiziata a convolare a nozze proprio con Banco) e che adesso vede Unicredit al centro in attesa che Andrea Orcel a metà aprile prenda il timone della banca di piazza Gae Aulenti. SEmpre il quotidiano romano una settimana fa aveva avanzato l’ipotesi di una fusione multipla che vede Unicredit accaparrasi un un solo colpo MPS e Banco BPM. Il ceo in pectore Andrea Orcel è tra i maggiori esperti di fusioni in Europa e con il Banco coprirebbe il buco nella rete da Milano al Nordest e in più avrebbe in dote Anima, leader della gestione del risparmio.
A Piazza Affari Bper segna oltre +7% in area 1,90 euro, confermandosi il migliori titolo del Ftse Mib da inizio 2021. Banco Bpm segue a ruota con +4,2% a 2,11 euro.
Analisti benedicono la fusione
Per gli analisti l’opzione Banco-Bper, che circola ormai da mesi, può divenire molto concreta e ha molto senso. “L’accordo tra BPER e Banco BPM avrebbe senso industriale per entrambe le parti e può creare valore per 0,38 euro per gli azionisti di Banco BPM”, calcola Intesa Sanpaolo che rating Add con tp a 2,2 euro su Banco BPM.
Il 95% degli sportelli acquistati sarà integrato da Bper entro la fine di febbraio (e la restante parte a giugno), pertanto le trattative per un potenziale accordo con Banco BPM potrebbero iniziare verso metà anno. “Crediamo che la possibilità di beneficiare della conversione del DTA in credito d’imposta è un forte incentivo ad approvare l’accordo entro la fine dell’anno”, aggiungno gli esperti di Intesa.
Credono alla fusione Banco-Bper anche gli esperti di Mediobanca che indicano Bper come il player preferito in Italia in ottica M&A. L’unione delle due realtà, asseriscono da piazzetta Cuccia, avrebbe senso industriale (ad esempio impronta geografica, gestione patrimoniale e assicurazioni) e finanziario (accrescimento di EPS a due cifre, NPE ratio sotto il 5% e CET1 oltre il 13%) anche grazie al beneficio DTA. “A nostro avviso, l’accordo andrà a vantaggio degli azionisti di entrambe le banche e giocheremmo uno scenario del genere tramite BPER, su valutazione relativa. Vediamo infatti Banco BPM incorporare circa l’80% di M&A premio vs 50% circa di Bper”, aggiunge Mediobanca che indica outperform su Bper con target price confermato a 2 euro.
Settimana scorsa, a margine dell’approvazione dei conti 2020, il management della banca emiliana si è detto aperto all’M&A, tuttavia nel breve termine il focus rimane sull’integrazione degli sportelli ex-UBI. “Siamo aperti a un’ulteriore potenziale operazione di M&A ma ora il focus è sull’integrazione degli sportelli ex Ubi Banca acquisiti da Intesa Sanpaolo”, ha ribadito l’a.d. di Bper, Alessandro Vandelli, sottolineando come la banca sarà comunque pronta ad analizzare altre potenziali operazioni di M&A, se ci saranno le condizioni.