Feste natalizie alle porte: consumi, ecco chi vince e chi perde tra le quotate
Dai viaggi, divertimento, bar, ristoranti all’e-commerce: il Covid-19 ha modificato i consumi che si spingono sempre di più verso le vendite retail, fenomeno che sarà particolarmente evidente a Natale, con meno divertimenti fuori casa, meno incontri con gli amici, meno invitati a cena, e sicuramente molti meno viaggi per incontrare la famiglia o trascorrere qualche tempo fuori durante la stagione delle feste.
Tutti questi soldi “risparmiati” verranno in parte destinati al retail e agli acquisti di beni di lusso come afferma Andrew Warwick, gestore BNY Mellon Global Real Return. Morgan Stanley ha quantificato la minore spesa in divertimenti ed esperienze a circa 40-60 miliardi di dollari al mese, di cui un terzo potrebbe essere catturato dall’e-commerce. La conclusione per gli investitori è che bisogna concentrarsi sui protagonisti dell’e-commerce e sui brand che hanno una forte presenza nelle vendite online, o che almeno possono fare affidamento su una solida rete di distribuzione via web.
Consumi: tra i titoli chi vince e chi soffre
Quali saranno i titoli vincitori e perdenti, e quali le conseguenze per gli investitori si chiede l’esperto di BNY Mellon Global Real Return. Con il forte aumento dello shopping online dall’inizio della pandemia a oggi, un’area interessante da considerare è quella dei REIT specializzati in magazzini e stoccaggio. Società come Amazon, Fedex e altri grandi distributori sono impegnate ad aumentare la propria portata, pertanto la domanda di magazzini e spazi industriali continua a crescere e i prezzi per metro quadrato, in mercati come gli USA, sono in aumento man mano che la domanda supera l’attuale offerta disponibile.
Guardando ai singoli titoli, alcuni beneficiari del Covid nel periodo natalizio saranno Amazon e tutte le piattaforme di ecommerce, i marchi di athleasure come Lululemon, Nike e Adidas, le società di consegna cibo e pacchetti come Just Eat, e il settore retail del cibo. Soffriranno invece i marchi di abbigliamento formale o da ufficio come Hugo Boss e Ralph Lauren, e tutte le società nei settori dell’entertainment e dei viaggi – catene di cinema, pub, ristoranti, compagnie aeree. Per l’industria del food & beverage, in generale, ci sarà un cambiamento di destinazione delle spese, ovvero che i consumatori acquisteranno direttamente dalle catene di distribuzione alimentare, che ne beneficeranno, anziché rivolgersi a bar e ristoranti, che viceversa soffriranno.
In sintesi – conclude l’esperto – non vediamo alcuna prova, sinora, che le vendite complessive stiano collassando o che questo sarà un Natale deludente per l’acquisto di beni e prodotti, mentre sul fronte dei ristoranti e dei bar potremmo facilmente parlare di un ‘Nightmare before Christmas’”.