Rischio Italia: Credit Suisse taglia rating borse europee, ma è overweight su banche. Idem Citi, che cita Bce
Gli strategist della divisione di azionario globale di Credit Suisse hanno rivisto al ribasso il rating sulle borse europee ad “underweight”, motivando la decisione sia con le valutazioni, non convenienti, sia con il rischio Italia, che è improbabile, a loro avviso, che venga smorzato.
“L’azionario continentale europeo sta prezzando una probabilità di una crisi dell’Eurozona di appena il 15%, rispetto alla probabilità del 32% scontata dallo spread BTP-Bund”, scrivono, stando a quanto recita una nota riportata da Reuters. E di fatto, a causa del rischio Italia, il rating di Piazza Affari rimane underweight.
Notizia positiva comunque per chi guarda con interesse al settore delle banche europee, i cui titoli sono stati quelli più stramazzati dalle vendite dall’inizio dell’anno. Per questo motivo, gli strategist reiterano la view overweight sul settore.
Tra i listini azionari ex Europa, Credit Suisse guarda con favore alla borsa di Tokyo, spiegando che il mercato oscilla attorno ai valori minimi record in termini di valutazione.
Nel calcolare la probabilità del rischio Italia (che non sarebbe scontata dalle borse europee), gli strategist hanno paragonato il valore corrente dello spread BTP-Bund, che si aggira attorno a 230 punti base, e quello massimo testato durante la crisi della Grecia con i minimi che sono stati testati nel periodo successivo alla crisi. Partendo dalla probabilità pari al 100% durante la crisi della Grecia, gli strategist hanno calcolato al 32% la probabilità di una nuova crisi dell’Eurozona prezzata dallo spread BTP-Bund.
Credit Suisse ha anche reso noto di prevedere che, nel caso in cui la situazione politica italiana dovesse migliorare, a beneficiarne sarebbe, prima delle borse europee, l’euro. “Di fatto, l’euro è più conveniente rispetto alle azioni dell’area euro”.
Una nota positiva sulle banche europee non è arrivata nelle ultime ore solo da Credit Suisse. Positivo anche Jonathan Stubbs, strategist di Citi che, in una nota recente, ha affermato che proprio la Bce di Mario Draghi potrebbe, a dispetto di tutte le previsioni nefaste sulla fine del programma di QE – fine che dovrebbe essere annunciata oggi, giovedì 14 giugno 2018 – aiutare dare un assist al settore, piegato dalle vendite nelle ultime settimane.
Il rischio Italia ha infatti innescato vendite, tali da affossare il sottoindice di riferimento Stoxx 600 Banks Index in fase di correzione: la situazione, al momento, è tale che il sottoindice dell’azionario europeo è scambiato a un valore pari a 11 volte i forward earnings, rispetto alle 16 volte del settore bancario Usa. Dunque, a sconto.
Thomas Pearce, strategist di Deutsche Bank – che lo scorso venerdì ha alzato il rating sulle banche europee a “overweight” – ha riferito inoltre sempre a Bloomberg che il mercato ha già prezzato la prospettiva di un tapering aggiungendo che, a suo avviso, i titoli bancari potrebbero trarre beneficio da eventuali rassicurazioni da parte della Bce sul rischio Italia.
Le banche italiane sono state di fatto le peggiori nel mese di maggio: UniCredit e Intesa SanPaolo sono precipitate di oltre il 20%, con gli investitori che hanno scaricato i titoli preoccupati per il rischio di un’uscita dell’Italia dall’euro.
Così Pearce in una email recente:
“Uno dei modi in cui i funzionari della Bce potrebbero aiutare le banche potrebbe essere quello di dire qualcosa a sostegno della situazione politica italiana, come per esempio, affermare che la Bce sarà sempre lì pronta a evitare il peggio”.
Sulle conseguenze più o meno dirette della fine del QE sull’azionario anche Luca Paolini, responsabile strategist di Pictet Asset Management sottolinea che una “Bce falco potrebbe rappresentare un punto di svolta per i titoli bancari, sempre che lo spread non salga oltre”.