Jackson Hole apre i battenti con il debutto di Powell. Tra gli grandi assenti Draghi e Kuroda
Mentre il presidente americano Donald Trump continua a rimanere in primo piano dichiarando in una intervista che “senza di lui i mercati crollerebbero“, gli operatori guardano oggi al debutto di Jerome Powell, presidente della Federal Reserve (Fed), al simposio annuale di Jackson Hole. Sarà il primo discorso nel Wyoming nei panni di numero uno della banca centrale americana. La 42esima edizione dell’appuntamento finanziario dell’estate, organizzato dalla Fed di Kansas City, che chiama ogni anno a raccolta i principali banchieri mondiali globali, vede in primo piano proprio il discorso di Powell previsto per oggi a partire dalle 16 ora italiana. Tra i grandi assenti alcuni banchieri di spicco, come Mario Draghi, numero uno della Bce; Haruhiko Kuroda della Bank of Japan che non figurano nella lista dei partecipanti.
Operatori a caccia di spunti interessanti dalle parole di Powell
Con tutta probabilità non sarà un’edizione che verrà ricordata come quella del 2010, quando l’allora governatore della Fed, Ben Bernanke, scelse la platea di Jackson Hole per annunciare il secondo round del quantitative easing. Potrebbe, però, essere l’occasione per parlare di questioni che vanno al di là della politica monetaria (come ad esempio le tensioni geopolitiche e commerciali).
Il titolo dell’intervento del Governatore della Fed è “Monetary Policy in a Changing Economy”, centrato sul tema dichiarato del simposio: “Changing Market Structure and Implications for Monetary Policy” (Ecco il programma completo). “Il tema dichiarato sembra prestarsi più a elucubrazioni di lungo periodo che a indicazioni in grado di cambiare le probabilità di futuri rialzi attualmente impliciti nella curva”, afferma Alessandro Balsotti, strategist e gestore del Jci Fx macro fund. Al momento gli analisti scommettono su “un rialzo certo a settembre, due probabilità su tre di un rialzo a dicembre e una su due di un rialzo a marzo 2019 per arrivare a fine 2019 con 3 rialzi cumulativi e i Fed Funds per allora nella forchetta 2,50%-2,75%”.
Quest’anno Jackson Hole apre i battenti in un contesto positivo per l’economia a stelle e strisce che è vicina alla piena occupazione, con l’inflazione core prossima al target Fed del 2% e una crescita annualizzata del Pilsuperiore al 4%. Per Larry Hatheway, capo economista di Gam Investments, l’argomento principale di conversazione resterà la politica della Federal Reserve e la possibilità di ulteriori rialzi dei tassi quest’anno e il prossimo.
“Powell potrebbe far riferimento a queste tematiche nel discorso di venerdì sulla politica monetaria in un’economia che cambia – spiega l’esperto di Gam Investments -. Qualunque commento sull’attuale politica della Fed attrarrà ancora più attenzione del solito considerato la recente e inedita critica rivolta alla Fed dal presidente Usa. Anche se Powell preferisce parlare in maniera chiara e senza tecnicismi, potrebbe trovare ragionevole adottare un approccio più cauto in modo da evitare di apparire in aperto conflitto con l’amministrazione Trump”.
C’è un’altra questione da tenere in considerazione dopo le recenti critiche di Trump contro la poltica monetaria di Powell. “C’è il rischio che il Governatore risulti particolarmente ingessato nel suo intervento nel momento in cui le esternazioni di Trump lo hanno messo in una situazione difficile e criticabile nel caso si esponga in un senso (dovish = suddito) o nell’altro (hawkish = conflitto aperto)”, afferma Balsotti.