Ferragamo giù in Borsa: Credit Suisse dice underperform, il 2019 ‘potrebbe essere un altro anno di transizione’
Nuova seduta in calo per Salvatore Ferragamo in Borsa. Dopo i ribassi registrati ieri, anche oggi il titolo della maison fiorentina soffre e si posiziona tra i peggiori del Ftse Mib, mostrando un ribasso di oltre il 2% a 17,42 euro in scia alla bocciatura incassata da Credit Suisse. Gli analisti della banca svizzera hanno tagliato la raccomandazione su Ferragamo a underperform dal precedente neutral, con un target price che scivola a 14 da 21 euro. Secondo il broker svizzero il 2019 potrebbe essere un altro anno di transizione per il big del lusso italiano.
“Nonostante un taglio delle previsioni del consenso sugli utili del 35% nel 2018, pensiamo che le stime siano ancora a rischio”, affermano gli esperti di Credit Suisse che danno una sforbiciata anche alle loro previsioni sull’utile per azione (Eps) del 10% nel 2019 e del 15% nel 2020, posizionandosi così il 10% e l’11% sotto consenso. “In un contesto incerto per la domanda di lusso, riteniamo che il percorso per il recupero della crescita sarà lento e i margini scenderanno”.
Il report di Credit Suisse su Ferragamo si concentra anche sul capitolo aggregazioni, e secondo la view attuale degli esperti “un’operazione di M&A è al momento improbabile“. Nella nota precisano: “probabilmente è troppo grande per il private equity” e “vediamo i consolidatori del settore come gli unici possibili acquirenti“. “Tuttavia, la nostra analisi di sei potenziali combinazioni (Lvhm, Kering, Moncler, Capri, Tapestry, Richemont) suggerisce che un accordo sarebbe accrescitivo in quattro casi nei primi tre anni, ma sarebbe diluitivo su ROIC (ritorno sul capitrale investito) in tutti i casi”. Sulla base di questa analisi, Credit Suisse sostiene che le statunitensi Capri (Michael Kors e Versace) e Tapestry (Coach) “abbiano meno probabilità di acquisire Ferragamo poiché la diluizione di utili e Roic sarebbe più alta”.
I fari del mercato si sono accesi sulle possibili opzioni di M&A, lo scorso ottobre dopo la morte di Wanda Ferragamo, la vedova del fondatore che risultava ancora un membro chiave della famiglia che controlla la società, opponendosi in questi anni a qualsiasi ipotesi di vendita.