News Notizie Notizie Italia Davos, Economista Rogoff dopo Fmi su Italia: ‘vulnerabile per economia mondiale, ma non per sua iniziativa’

Davos, Economista Rogoff dopo Fmi su Italia: ‘vulnerabile per economia mondiale, ma non per sua iniziativa’

22 Gennaio 2019 12:29

L’Italia rappresenta sicuramente una fonte di vulnerabilità per l’economia mondiale, ma non per colpa sua e a prescindere da qualsiasi decisione anche folle che il governo prenderebbe. E’ quanto ha detto intervistato da Radiocor l’economista e professore di Harvard Kenneth Rogoff.

Radiocor lo ha intervistato a margine del World Economic Forum, in corso a Davos:

“L’Italia è un punto vulnerabile per l’economia mondiale, perchè se aumenteranno in modo rilevante i tassi globali, sarà tra i primi Paesi ad avere difficoltà, il che innescherebbe ripercussioni sull’Eurozona, che si ripercuoterebbero sullo scenario mondiale”.

Detto questo, il paese “non scoppierà di sua iniziativa”.

“L’Italia – ha continuato Rogoff – è un ‘rischio di coda’ esterno per l’economia globale. Se i tassi di interesse globali dovessero aumentare in modo significativo per ragioni che è difficile prevedere ora, ad esempio il crollo dell’export dall’Asia, l’Italia sarà nei guai, sarà uno dei primi posti ad avere problemi, e questo destabilizzerebbe la zona euro e potrebbe essere una minaccia per l’economia globale”.

Detto questo, Rogoff ha tenuto a precisare che tutti quelli sopra elencati sono un elenco di “se”, di ipotesi.

In ogni caso, a suo avviso, l’Italia non provocherà problemi di sua iniziativa visto che, in assenza di un aumento dei tassi di interesse globali, “qualsiasi pazzia dovesse accadere nella politica italiana sarebbe comunque risolta”.

Riguardo alla frenata della Germania, che è stato certificato dall’aggiornamento al World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, reso noto ieri da Davos, Rogoff ha detto che la frenata è in gran parte legata “al allentamento della Cina”.

In ogni caso, “la Germania ha molti strumenti per farvi fronte” e “non si possono fare paragoni tra la situazione tedesca e quella italiana”.