Brexit Caos: May chiede estensione breve Articolo 50. Sterlina sconta incertezza, supporti e resistenze
Nuovi sviluppi sul caso Brexit. Una fonte di Downing Street ha reso noto che la premier britannica Theresa May non chiederà ai leader europei di valutare l’opzione di un’estensione lunga dell’Articolo 50. Motivo: la rivolta di alcuni ministri del suo governo e dei parlamentari pro-Leave, che hanno minacciato la sua premiership, già in bilico per la crisi politica che si è aperta nel Regno Unito.
A questo punto, in vista della riunione del Consiglio europeo, che prende il via domani giovedì 21 marzo, “la premier – rivela la fonte – non chiederà un lungo rinvio. C’erano i presupposti per dare al Parlamento UK più tempo affinché si trovasse un accordo, ma il popolo britannico aspetta da tre anni. E’ stanco del fallimento del Parlamento, che non è riuscito a prendere una decisione, e i parlamentari condividono questa frustrazione”.
Allo stesso tempo, in un’intervista rilasciata alla radio tedesca Deutschlandfunk, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha avvertito che è improbabile che l’Ue prenda una decisione per rinviare o meno la Brexit nel corso del summit previsto per questa settimana. Una riunione dei leader europei potrebbe rendersi così necessaria la prossima settimana.
Juncker si è espresso con queste parole: “La mia impressione è che…questa settimana non sarà presa alcuna decisione al Consiglio europeo, e che probabilmente dovremo incontrarci di nuovo la prossima settimana”.
Nel confermare la propria frustrazione, Juncker ha aggiunto: “May non ha raggiunto un accordo su nulla, né nel suo governo né in Parlamento”.
Sulla possibilità che la premier ripresenti per la terza volta la proposta di Withdrawal Agreement questa è stata messa a rischio nelle ultime ore dallo speaker del Parlamento UK, John Bercowe, che ha affermato che May non potrebbe sottoporre la stessa mozione per la terza volta al voto della Camera dei Comuni, senza che ci siano stati cambiamenti “significativi”.
Intanto Michael Hewson, responsabile analista dei mercati presso CMC Markets UK, commenta il nuovo capitolo Brexit Caos:
“È improbabile che la riunione del Consiglio dell’UE di questa settimana offra molto chiarezza, con la Francia che sta alzando la voce sulla prospettiva di non concedere un’estensione, con una decisione finale che potrebbe avvicinarsi molto probabilmente alla scadenza della prossima settimana. Per ora, la sterlina sembra riflettere l’ottimismo del mercato che prevarrà il buon senso, tuttavia visti gli eventi recenti resta una grande incognita data l’attuale atmosfera politica febbrile”.
E di fatto oggi la sterlina scende a quota $1,3230, scontando la minaccia francese sull’opzione dell’estensione dell’Articolo 50.
Da un punto di vista operativo, queste sono le indicazioni sul trend della sterlina di Hewson:
GBPUSD – sembra galleggiare per il momento, con i rialzi al di sopra all’area di 1.3300 che sembrano generare una certa pressione di vendita. Possiamo trovare un primo supporto nell’area 1.3170 con un ulteriore supporto a 1.3030, corrispondente al supporto della trendline dai minimi di dicembre a 1,2430. Abbiamo anche un supporto più in basso vicino all’area di 1.3000 e alla media mobile a 200 giorni.
EURGBP – finchè resta al di sotto dell’area 0.8620, il rischio rimane per un ribasso, dopo i minimi degli ultimi 22 mesi della scorsa settimana a 0.8475. Una rottura al di sotto di 0.8470, ha il potenziale per un movimento verso la media mobile a 200 settimane a 0.8390.