In coda per il Btp a 50 anni (soprattutto dall’estero): domanda da 17,5 mld
Il Tesoro cavalca il buon momento per la carta italiana, con la riapertura del Btp a 50 anni. Ha riscosso successo il collocamento del ‘bond Matusalemme’ da parte del ministero guidato da Giovanni Tria di 3 miliardi di euro attraverso la riapertura del BTp a 50 anni cedola 2,80% e scadenza primo marzo 2067. Numeri importanti per la domanda, pari a 17,5 miliardi, sei volte circa rispetto all’importo offerto. Grazie al clima positivo che si respira dopo la mancata procedura di infrazione nei confronti di Roma da parte di Bruxelles.
“Il ministero dell’Economia e delle Finanze comunica i risultati della riapertura via sindacato del BTP a 50 anni con cedola 2,80% e scadenza 1° marzo 2067. L’importo emesso è stato pari a 3 miliardi di euro. Il titolo è stato collocato al prezzo di 98,528 corrispondente ad un rendimento lordo del 2,877%. La riapertura del titolo è stata effettuata mediante la costituzione di un sindacato composto da Citigroup Global Markets Ltd, Deutsche Bank A.G., Goldman Sachs Bank e UniCredit e dai restanti Specialisti in titoli di Stato italiani in qualità di co-lead manager”.
Fornendo i dettagli dell’operazione, dal Mef hanno fatto sapere che partecipato all’operazione circa 200 investitori per una domanda complessiva pari a oltre 17 miliardi di euro. Gli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo sono stati i principali sottoscrittori con una quota superiore al 35% (in particolare circa il 32% è andato a fondi pensione e assicurazioni mentre circa il 3% è stato assegnato a banche centrali e istituzioni governative). I fund manager si sono aggiudicati circa il 31% dell’emissione, mentre circa il 21% è stato sottoscritto da banche. Infine, agli hedge fund è stato allocato circa il 13%.
Circa l’84% della domanda è arrivata da investitori stranieri, con più di un terzo del collocamento che è stato assegnato ad investitori tedeschi (circa il 35%). Una quota importante è stata allocata ad investitori residenti in Gran Bretagna (circa il 22%). Il resto del collocamento è stato distribuito in larga parte in Europa continentale (circa il 17%), e in particolare in Francia (4,9%), nei paesi scandinavi (4,3%), in Svizzera (3,6%), in Spagna (2,4%) e presso altri paesi europei per il restante 2,2%. Al di fuori dell’Europa, gli investitori statunitensi si sono aggiudicati circa l’8% dell’emissione, mentre il restante 2% dell’ammontare complessivamente emesso è stato collocato presso investitori asiatici.
Lunedì sera il Tesoro ha annunciato l’intenzione di aumentare l’ammontare di un Btp di durata cinquantennale che aveva lanciato sul mercato per la prima volta nel 2016 e che non era mai più riuscito a incrementare dal lontano gennaio 2018. Il timing del collocamento è stato a dir poco perfetto. se si considera il fatto che lo spread BTP-Bund viaggia sotto quota 210 punti rispetto ai 320 di novembre.
C’è voglia di corporate bond tra le big di Piazza Affari
La voglia di ‘corporate bond’ resta alta a Piazza Affari, con molte quotate che stanno cavalcando il momento. Tra gli ultimi annunci quello di A2A e FinecoBank. La prima ha collocato con successo il primo green bond destinato esclusivamente a investitori istituzionali a valere sul Programma Euro Medium Term Notes. L’emissione, 400 milioni di euro con durata 10 anni, ha suscitato grande interesse da parte degli investitori di tutta Europa, ricevendo ordini per 3,2 miliardi di euro, oltre 8 volte l’ammontare offerto. L’ampia domanda ha consentito la riduzione dello spread, rispetto ai valori di lancio del bond, a livelli record in Italia (-35 bps). Il green bond ha una cedola annua pari a 1%, è stato collocato ad un prezzo di emissione di 98,693%, con uno spread di 105 punti base rispetto al tasso di riferimento mid swap. “Un risultato obiettivamente migliore delle nostre aspettative” – ha commentato Andrea Crenna, cfo del gruppo – con la fiducia di oltre 200 investitori di oltre 10 Paesi che credo premi la qualità del lavoro fatto dalla società e dal pool delle banche che ci hanno assistito”.
Per quanto riguarda, invece, FinecoBank nella giornata di lunedì ha messo un comunicato nel quale spiegava che “alla luce delle favorevoli condizioni di mercato e dell’interesse atteso, il consiglio di amministrazione (cda) di FinecoBank ha autorizzato la possibilità di incrementare l’ammontare dell’emissione Additional Tier 1 (AT1), denominato in euro e destinato agli investitori qualificati, fino a un importo nominale massimo di 300 milioni di euro rispetto a quanto indicato nella nota dello scorso 4 luglio”.