Apple batte stime utili e fatturato grazie agli iPhone. Prossima sfida: coronavirus
Apple sforna un bilancio convincente, tanto che il titolo sale nelle contrattazioni dell’afterhours. Il mercato ha apprezzato i risultati di bilancio che il colosso ha riportato nel quarto trimestre del 2019. D’altronde, le vendite degli iPhone sono state le seconde migliori di sempre, ben superiori alle attese, visto che hanno superato l’outlook di FactSet di più di $4 miliardi. Da segnalare che il primo record trimestrale per la vendita degli iPhone è stato segnato nel 2017.
A fare bene sono stati anche gli articoli indossabili, per la casa e gli accessori, con un fatturato in crescita del 37% a $10,01 miliardi, ancora meglio rispetto al consensus. In più, anche l’outlook sul fatturato atteso per il trimestre corrente è stato migliore delle previsioni. Apple non ha brillato invece nel settore dei servizi, visto che qui il fatturato si è attestato a $12,72 miliardi, meno dei $13,06 miliardi stimati dal consensus. E lo stesso lancio del servizio streaming Apple TV plus non ha inciso sui risultati di bilancio del quarto trimestre.
Tornando alla trimestrale, Apple ha visto il fatturato crescere del 9%, a $91,8 miliardi, meglio anche della sua guidance e sicuramente di quella del consensus, pari a $88,48 miliardi.
Gli utili di Apple sono stati sostenuti soprattutto dal fatturato delle vendite di iPhone, salite dell’8% grazie all’interesse verso i nuovi modelli, a $55,96 miliardi, rispetto ai $51,38 miliardi attesi. L’utile per azione è stato pari a $4,99, meglio dei $4,55 stimati.
L’iPhone è stato la grande Star di Apple. I numeri sopra indicati mostrano che il giro d’affari degli iPhone, per l’ennesima volta, ha inciso per più della metà sulle vendite totali dell’intero gruppo, balzando di oltre il 7% su base annua. Il primo record trimestrale per la vendita degli iPhone è stato segnato nel 2017.
Apple ha fornito anche la guidance per il fatturato del primo trimestre: prevede di conseguire un giro d’affari compreso tra $63 miliardi a $67 miliardi, laddove il consensus stima un ammontare di $62,41 miliardi.
La guidance prevede un range di stime particolarmente ampio: a questo hanno dato una spiegazione gli stessi vertici della società, visto che il CEO Tim Cook & Co stanno continuando a minitorare le conseguenze del coronavirus in Cina.
L’AD Tim Cook ha riferito nel corso della conference call di Apple successiva alla comunicazione degli utili che la società dispone di rifornitori proprio nella città di Wuhan (focolaio del virus) ma, anche, che può contare di fonti alternative che possano evitare una interruzione della catena dell’offerta. Non c’è chiarezza tuttavia su come, in altre città, il virus sia presente o no.
Apple è stata in grado comunque di migliorare la performance in Cina, con una vera e propria svolta rispetto all’anno scorso, quando la società motivò i risultati del quarto trimestre del 2018 con la debolezza sia del paese che di altri mercati emergenti.
In Cina, nel quarto trimestre del 2019 le vendite sono cresciute invece stavolta del 3% su base annua, attestandosi a $13,58 miliardi.
In termini di performance del titolo, le quotazioni di Apple sono salite negli ultimi tre mesi di contrattazioni del 27%, sovraperformando l’indice S&P 500, che ha fatto +6,1%.
Apple, Cina croce e delizia: coronavirus rallenterà produzione iPhone?
Proprio nel momento in cui il mondo guarda attonito alla veloce diffusione del coronavirus, la Cina si conferma croce e delizia per Apple. Lo dimostra il trend dei titoli delle società asiatici rifornitrici del gigante americano, che hanno puntato verso il basso dopo le dichiarazioni del ceo di Apple Tim Cook sulla diffusione del coronavirus. Già nelle ultime ore, dubbi erano emersi sulla capacità del colosso di soddisfare la domanda degli iPhone, visto il caos che sta regnando in Cina.
Nel commentare i risultati di bilancio Dan Ives, analista presso Wedbush, ha parlato di una trimestrale “spettacolare”. Ives ha un rating outperform sul titolo Apple con un target price che, di recente, ha rivisto al rialzo fino a 400 dollari, spiegando che gli investitori stanno soittovalutando le potenzialità del ciclo di upgrade della rete 5G. Viene da pensare a quanto previsto di recente dallo stesso Dan Inves che ha detto che Apple potrebbe valere $2 trillioni entro la fine del 2021.
Non sono dello stesso avviso Andy Hargreaves e Maddie Schrage, analisti di KeyBanc Capital Markets, che hanno avvertito che ci sono limiti alle prospettive di crescita di Apple, che il titolo “è prezzato un modo pieno” e che dunque ulteriori rialzi da questi livelli (l’azione ha chiuso ieri a $317,69) lo porterebbero a essere sopravvalutato. Di conseguenza, gli analisti intravedono un fair value a 12 mesi pari a $305, inferiore ai valoro attuali.
Al momento, Apple è una 1 trilion company, ovvero una società con un valore di mercato che, nel caso specifico, è superiore a $1 trillione.
La prossima sfida di Apple, così come di altre multinazionali, si chiama sicuramente coronavirus:
Nelle ultime ore, Pechino ha confermato 1.459 nuovi casi rispetto alla giornata di ieri, e altre 26 vittime: 25 nella provincia di Hubei e una a Henan). Il mondo è sull’attenti: la Casa Bianca ha riferito che potrebbe ordinare alle compagnie aeree di sospendere tutte le tratte Usa-Cina.
Il bilancio delle vittime sale ancora, e i casi di persone contagiate dal virus, in Cina, supera quello di quelle che vennero contagiate dalla Sars.
Tra il 1° novembre del 2002 e il 31 luglio del 2003, in Cina vennero accertati 5.327 casi di Sars, stando ai dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Da allora la popolazione cinese è salita di circa 100 milioni di persone, a 1,4 miliardi.
In un periodo di tempo decisamente minore, il numero delle persone che si sospetta siano state infettate dal coronavirus in Cina è salito a 9.239 casi sospetti, mentre 5.974 sono quelli confermati: stando alla Commissione nazionale della Sanità cinese, il bilancio delle vittime è ora di 132 decessi: 103 le persone curate.
Ieri la notizia del quotidiano giapponese Nikkei, secondo cui Apple avrebbe chiesto ai suoi rifornitori asiatici di produrre fino a 80 milioni di iPhone nel primo semestre di quest’anno, più del 10% rispetto alla produzione dello stesso periodo dello scorso anno. In particolare, Apple avrebbe ricevuto ordini fino a 65 milioni delle vecchie versioni dei suoi iPhone e fino a 15 milioni di un nuovo modello più conveniente che pianifica di presentare a marzo.Tuttavia, il Nikkei ha avvertito che “la velocità di produzione potrebbe essere complicata dal diffondersi del coronavirus nella provincia cinese di Hebei, visto che i principali centri manifatturieri (dei rifornitori di Apple) si trovano nelle province vicine di Henan e Guangdong”.