Notizie Notizie Italia Panico coronavirus, investitori fiutano già la recessione italiana. C’è chi teme scivolone Pil -1%

Panico coronavirus, investitori fiutano già la recessione italiana. C’è chi teme scivolone Pil -1%

25 Febbraio 2020 10:30

Oltre a provocare il panico e la paranoia, con tanto di isteria collettiva anzi, per queste stesse ragioni, il coronavirus sta infettando anche l’economia italiana. Un’economia che era già alle prese con il timore per l’avvento di una nuova recessione, data ormai quasi per certa da operatori di mercato ed economisti.

D’altronde, l’emergenza coronavirus si abbatte su un paziente già malato, sprovvisto di difese immunitarie capaci di contrastare la malattia. La prova è nel trend del Pil del quarto trimestre del 2019, sceso dello 0,3% (prima dell’alert COVID-19). Tanto che si parla già di recessione tecnica, come fanno gli economisti di Mazziero Research.

A paventare una recessione in Italia è anche Lorenzo Codogno, ex responsabile economista del Tesoro e numero uno di LC Macro Advisors, con sede a Londra. Interpellato da Reuters, Codogno ha detto di stimare una flessione del Pil italiano tra -0,5% e -1% nel primo trimestre dell’anno.

Se ciò si avverasse, l’Italia cadrebbe in recessione per la quarta volta dal 2008.

Lombardia e Veneto, le regioni più infettate dal virus, sono non per niente i motori dell’economia italiana, incidendo per un terzo sul Pil e per la metà sulle esportazioni del paese.

“Il primo impatto sarà sul turismo e il settore retail, visto che la gente deciderà di stare a casa e cancellerà le prenotazioni in hotel – ha continuato Codogno – Ma a fare ancora più danni sarà il successivo impatto sulle aziende delle interruzioni che colpiranno la catena di distribuzione”.

Concorda Roberto Perotti, professore di economia presso l’Università Bocconi di Milano che, così come Codogno, prevede che l’economia italiana soffrirà una contrazione sia nel primo trimestre che nell’intero 2020.

“La situazione è grave perché è improbabile che il coronavirus si stabilizzi presto, e l’economia stava già andando male”, ha detto Perotti.

TURISMO A RISCHIO, INCIDE PER IL 13% SU PIL ITALIANO

Sul fattore turismo, da segnalare che il comparto incide per il 13%, stando al World Trade and Tourism Council. Molto più dell’8% dell’incidenza sul Pil del settore in Francia che, come ha avvertito il ministro Bruno Le Maire, sta già assistendo a un calo dei turisti del 30-40%.

Tanto che Federturismo ha lanciato un allarme e ha chiesto lo stato di crisi per il settore, scrivendo una lettera al premier Giuseppe Conte:

“Le ultime gravi notizie relative alla diffusione del Coronavirus nel nostro Paese hanno messo in ginocchio l’industria del turismo italiano. Le stime più prudenti prima della diffusione parlavano di una perdita di 5 miliardi di euro – ha sottolineato la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli – ma adesso ci troviamo nella condizione di non poter più nemmeno stimare l’impatto a causa della drammatica evoluzione in corso. Anche nel caso di una rapida soluzione del problema per il nostro settore la stagione è compromessa: oltre alle migliaia di cancellazioni, si aggiungono le mancate prenotazioni per tutto il secondo semestre 2020, normalmente già a buon punto in questa parte dell’anno”.

Alla luce di “questi recenti sviluppi e a nome di un comparto che rappresenta il 10% del Pil e oltre 4 milioni di lavoratori abbiamo scritto al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, chiedendo lo stato di crisi per il settore del turismo e di attivare tutte le misure di supporto a tutela dei posti di lavoro e della vita stessa delle nostre imprese”.

ALLARME ANCHE NEL SETTORE MODA

Oltre al turismo, tra i pilastri dell’economia italiana c’è l’industria della moda. Marchi come Armani, Prada e Moncler incidono per il 5% sul Pil italiano e stavano facendo già fatica a causa dell’esposizione che hanno verso la Cina, principale mercato per le esportazioni, travolta dall’emergenza del coronavirus (che, come si sa, è esplosa per prima in Cina, per la precisione nella città di Wuhan).

Il quadro, sottolinea Reuters, è solo peggiorato nel corso della settimana della moda, la “Milan Fashion Week” del 18-24 febbraio.

Diversi buyer e stilisti non si sono neanche presentati all’evento, e la stessa sfilata di Giorgio Armani è avvenuta a porte chiuse la scorsa domenica, sebbene sia stato lo stesso stilista a confermare di non voler esporre nessuno dei suoi ospiti al rischio di contagio.

INVESTITORI FIUTANO I PROBLEMI DEL MADE IN ITALY E VENDONO AZIONI E BTP

Gli investitori hanno fiutato i nuovi problemi del made in Italy, e la reazione della borsa di Milano, ieri, è stata più che indicativa del sentiment verso gli asset italiani. L’indice Ftse Mib è capitolato di quasi il 6%, e in generale a Piazza Affari sono stati bruciati 30 miliardi di euro. Il Ftse Mib è sprofondato nel finale del 5,43% a 23.427 punti, l’Ftse All share è capitolato del 5,51% a quota 25.431.

Male, sebbene in misura minore, sono andate anche le altre borse europee. Francoforte ha concluso in calo del 4,01%, Parigi in ribasso del 3,94%, mentre Londra ha perso il 3,34% finale. L’indice azionario di riferimento europeo, l’Euro stoxx 600, è affondato del 3,79%, mandando in fumo 352 miliardi di euro.

I sell off hanno colpito anche i BTP: il risultato è che lo spread a 10 anni con la Germania è salito, secondo le rilevazioni di Reuters, a quasi 149 punti base, al record dalla fine di gennaio e rispetto ai 134 pb di venerdì scorso. I tassi sui BTP decennali sono balzati fino a +8 punti base all’1,002%, al record in più di due settimane. E ora c’è chi vede uno spread infettato fino a 200 punti base.

Così Chris Scicluna, responsabile della divisione di ricerca economica di Daiwa Capital Markets a Reuters: “L’Italia sta facendo fronte ora a una recessione e ci sono buone probabilità di una crescita negativa nel primo trimestre, anche se dobbiamo vedere in che modo il virus si diffonderà da qui in avanti”.

Meno possibilista e più pessimista Justin Onuekwusi, gestore di portafoglio presso Legal & General Investment Management: “I problemi dell’Italia non sono spariti. E questo è un altro shock esterno, che lascerà il paese in una posizione molto precaria”.