Banche accelerano la vendita di crediti deteriorati: nel 2021 verranno venduti 40 mld di NPL
Il sistema bancario accelera nella dimissione dei crediti deteriorati per alleggerire i propri bilanci. Il trend, già delineato nei mesi scorsi, ha subìto nell’ultimo trimestre e in particolare nel mese di dicembre un nuovo sprint che ha portato a quota 38 miliardi di euro di Non Performing Loans (NPL) ceduti nel 2020. Nel corso del 2021, secondo la 13esima edizione del report Market Watch NPL di Banca Ifis, sul mercato potrebbero essere venduti dal sistema bancario altri 40 miliardi di Non Performing Loans. Di questi, ben 30 miliardi, sono già stati annunciati come prossime dimissioni quindi, sono già in pipeline. L’attesa è che nel 2022, per effetto della crisi Covid-19 oltre che per la necessità di allineamento al target europeo (NPE ratio al 5%) i flussi in cessione si manterranno elevati. In crescita anche le operazioni su portafogli UTP, ovvero di quei crediti che saranno difficilmente pagati (Unlikely to Pay), con circa 24 miliardi di cessioni stimate: 12 miliardi nel 2021 e altrettanti nel 2022.
Le stime contenute nel report di Banca Ifis indicano un deciso incremento del deteriorato nei bilanci delle banche, con un tasso di deterioramento o default rate, cioè i crediti performing che passano a non performing, in crescita al 2,6% nel 2021 e al 3% nel 2022. Nel corso del 2020, il default rate è rimasto invariato rispetto al 2019 (1,1%) grazie agli interventi pubblici, dettati da moratorie e decreti. Il peggioramento dei bilanci bancari a partire da quest’anno sarà legato soprattutto dal default dei crediti relativi al comparto Imprese, con circa 80 miliardi di euro di nuovi flussi attesi nel biennio 2021-2022. Le previsioni tuttavia suggeriscono che non dovrebbe essere raggiunto il picco registrato nel 2013, quando il default rate era al 4,5%.
Lo stock complessivo di NPE (Non Performing Exposures, che comprende i non performing loans, gli UTP e gli scaduti) in Italia, nel 2020, si stima abbia raggiunto i 340 miliardi di euro, ma nel 2021 potrebbe salire a 389 miliardi di euro e addirittura toccare il record storico di 441 miliardi di euro nel 2022. Previsto in crescita del 40%, dopo anni di costante riduzione, fino a 700 miliardi di euro nel 2021, anche l’ammontare del deteriorato nei bilanci delle banche UE. Il report evidenzia come dal 2015, l’NPE ratio italiano, si è ridotto in misura maggiore rispetto alla media europea, passando dal 17% al 6%. I crediti non performing italiani costituiscono il 21% del totale europeo (dati al 30 giugno 2020), contro il 34% del 2015.