Wall Street: futures Nasdaq giù, rassicurazioni Powell non bastano ai tecnologici. Energetici boom, +27% da inizio anno
Incertezza a Wall Street, dopo il bagno di sangue della vigilia accusato nei minimi intraday, che è stato evitato nel finale.
Il Nasdaq – arrivato a crollare fino a -4% – è riuscito a chiudere alla fine con un ribasso limitato a -0,5%. In lieve rialzo il Dow Jones e lo S&P 500, che nelle ore precedenti avevano accusato bruschi tonfi, in perdita rispettivamente di 360 punti e dell’1,8%.
Gli indici azionari Usa sono riusciti a limitare i danni grazie all’effetto Jerome Powell.
I futures sul Dow Jones sono al momento piatti con una variazione pari a +0,02% a 31.496; i futures sul Nasdaq cedono lo 0,18% a 13.168, mentre quelli sullo S&P sono ingessati anch’essi con una variazione pari a +0,02% a 3.878,50 punti.
Nel suo discorso alla Commissione bancaria del Senato americano, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, pur non commentando direttamente il trend dei tassi dei Treasuries, ha detto che i livelli di inflazione e di occupazione degli Stati Uniti rimangono ancora ben al di sotto degli obiettivi della banca centrale. La pressione sui prezzi, ha sottolineato Powell, rimane per lo più contenuta, a fronte di un outlook sull’economia ancora “molto incerto”.
“L’economia è ancora molto lontana dai nostri obiettivi di occupazione e inflazione, ed è probabile che ci voglia un po’ di tempo prima che possano essere raggiunti ulteriori progressi significativi”, ha detto il numero uno della Fed, con un commento che ha dimostrato l’impostazione dovish della Federal Reserve.
“Dopo i forti ribassi della primavera (del 2020) – ha continuato Powell – i prezzi al consumo hanno recuperato parzialmente terreno nel resto dello scorso anno. Tuttavia, in alcuni settori che sono stati i più colpiti negativamente dalla pandemia, i prezzi rimangono particolarmente deboli. Nel complesso, su una base di 12 mesi, l’inflazione è ancora al di sotto del nostro obiettivo di più lungo termine del 2%”.
Le dichiarazioni hanno rassicurato i mercati, recentemente assediati dai timori di una improvvisa fiammata dell’inflazione Usa.
D’altronde, dall’inizio dell’anno i tassi sui Treasuries decennali sono volati di ben 27 punti base, fino ad avvicinarsi alla soglia dell’1,4%. I titoli tecnologici non sono riusciti però a sfuggire alle vendite, anche se il sell off è stato decisamente inferiore rispetto ai primi minuti della sessione: Tesla ha chiuso in calo del 2,2% dopo essere affondata fino a -13% circa. Apple quasi invariata. Hanno fanno bene invece i titoli energetici e finanziari, che continuano a confermarsi i settori migliori di questo 2021.
L’indice settoriale degli energetici ha guadagnato ieri l’1,6%, ed è in rally di quasi +27% dall’inizio del 2021.
In premercato Tesla guadagna il 3%, Apple è debole con -0,20%, Microsoft arretra di mezzo punto percentuale, a conferma del sentiment incerto sui tecnologici.